L’autore di questo libro intende dimostrare – quasi una sfida – che l’unico linguaggio fotografico in grado di rivelare l’atmosfera notturna delle città è il bianco e nero. Ha quindi lavorato sulla propria regione, il Veneto, scegliendo, per il loro particolare pregio storico-artistico, le sette città capoluogo, di cui ci presenta qui i ritratti notturni. Sono visioni di Venezia e Padova, Vicenza e Verona, Treviso, Belluno e Rovigo, recuperate da lontane deambulazioni notturne, conservate per anni nella memoria e ora restituite a disposizione del pubblico. La prefazione del professor Italo Zannier dedicata al linguaggio fotografico e quella del professor Eugenio Riccomini dedicata alla cultura visiva, introducono l’opera, mentre il sociologo professor Ulderico Bernardi delinea brevemente ma efficacemente il carattere di ognuna delle sette città, all’inizio di ogni sezione. La regione Veneto è senz’altro il bacino d’utenza elettivo, ma il volume ha un interesse anche nazionale, sia per il prestigio dei presentatori, il maggior storico della fotografia oggi in Italia e un noto critico d’arte, sia per la rarità dell’opera: non esistono volumi dedicati alla fotografia notturna in bianco e nero classico, forma espressiva che vanta molti estimatori e seguaci tra i fotografi dilettanti evoluti. Un’opera di fotografia divulgativa e curiosa per i veneti, e di cultura fotografica ad alto livello per tutti.
Chi non conosce l’Altopiano dei Sette Comuni di Vicenza non sospetta la straordinaria varietà di specie che abitano queste terre e che in ciascuna stagione regalano a chi le sa osservare indimenticabili visioni: distese fiorite di crochi in primavera, la timida lepre bianca che si confonde nella neve dei mesi freddi, i rituali di accoppiamento dei caprioli in estate, i colori accesi dell’autunno. Questo elegante volume fotografico raccoglie immagini di notevole valore artistico e di intenso sapore poetico che colgono momenti di vita, scorci del paesaggio, fiori e animali di specie pregiate nelle diverse stagioni dell’anno. A incorniciare le preziose immagini di Silvano Fabris troviamo i testi, tradotti anche in inglese, di Daniele Zovi: parole capaci di legare quelle visioni ad un momento, un ricordo, un’emozione; micro narrazioni fortemente evocative. Pagina dopo pagina si svela così un mondo affascinante, a noi vicino ma per molti aspetti sconosciuto, in un volume che, impreziosito da un’intervista a Ermanno Olmi di Antonio Di Lorenzo, è sicuramente qualcosa di più di un bell’album fotografico.
Questo affascinante album fotografico contiene ritratti davvero singolari in cui protagoniste sono le mani: mani segnate da profondi solchi; mani callose, nere di terra, sapienti mani di persone comuni, per lo più nepalesi e tibetane, che il noto fotografo-alpinista Fausto De Stefani ha voluto immortalare con scatti dai colori vivacissimi durante i suoi viaggi. Il senso di questo reportage nasce da una domanda: perché cade a pezzi la civiltà dei consumi? L’autore si dà una risposta: «siamo “a remengo” perché abbiamo dimenticato le mani e il senso della fatica»; e azzarda una profezia: «gli uomini dalle mani “sporche” si salveranno, gli altri no». Le immagini, composizioni evocative e di alta qualità, sono una celebrazione della spiritualità naturale che questa gente, ospite delle montagne più vicine al cielo, sembra esprimere anche attraverso le mani, semplice attributo anatomico ma prezioso strumento che permette all’uomo di lavorare, comunicare e sopravvivere, nonché di rielaborare le risorse della terra in una dimensione di rispettosa gratitudine.
Un singolare itinerario di viaggio, fotografato da Fatih Demirhan, tra le fortificazioni veneziane realizzate nei secoli a partire dal periodo pre bizantino e giunte sino ai giorni nostri. Un percorso lungo le rotte che i mercanti, le flotte e la diplomazia veneziana affrontavano con navigazione di cabotaggio alla volta di castelli, arsenali, zone franche, aree commerciali e domini franchi e veneziani. La struttura del volume riporta la suddivisione in bacini geografici, ripartizioni amministrative provinciali (Governatorati) e siti di interesse storico, artistico, archeologico e culturale, partendo dall’estremo ovest, rappresentato da Edirne, sino al confine con la Georgia e il Caucaso.
Un viaggio in Veneto che dura un anno solare, percorre tutte le province della regione, evidenzia le specificità dei territori e il fascino dei paesaggi, allineando le eccellenze agroalimentari e presentandole secondo una moderna sensibilità gastronomica attraverso raffinate ricette. Immagini suggestive (tra cui numerosi scatti aerei di Cesare Gerolimetto) e puntuali informazioni, all’interno di un quadro storico e culturale che crea le basi per questo insolito punto di vista, che vuole rendere omaggio alla sconfinata bellezza della nostra terra. Questo volume è costruito a forma di zoom. Prima di arrivare al dettaglio dei prodotti e al loro utilizzo, lo sguardo più ampio abbraccia il territorio secondo lo scorrere delle stagioni: immagini invernali per Belluno, primaverili per Padova e Vicenza, estive per Rovigo e Venezia, autunnali per Treviso e Verona. L’affascinante saggio di Francesco Vallerani (Università Ca’ Foscari di Venezia) descrive il paesaggio Veneto e le sue trasformazioni nel corso del tempo; Giuseppe Barbieri analizza con numerosi spunti storici e artistici “la nascita del Veneto dal paesaggio alla civiltà gastronomica”.
Una strada non è solo il mezzo per attraversare un territorio ma può diventare uno straordinario strumento per la scoperta di un microcosmo nella sua storia e nel suo sviluppo. Ed è ciò che emerge dal presente studio sulla Strada Regia d’Alemagna, la via di collegamento tra la Repubblica di Venezia e la Germania attraverso l’alto Veneto.
Non solo guerre e commerci – fondamentali e fondativi della sua importanza – ma, contestuale alla ricostruzione del percorso tra Serravalle di Vittorio Veneto e Cortina d’Ampezzo, il testo si addentra nell’analisi della storia quotidiana dei piccoli e grandi paesi sviluppati sul percorso o che ne hanno condizionato il passaggio calata nel contesto della grande Storia.
Il volume, oltre a mappe e disegni databili tra il XV e il XVIII secolo, è completato dalle fotografie allo stato attuale dei tratti della Strada Regia di Alemagna superstiti e rintracciabili, così da permettere al lettore di calarsi con l’immaginazione nel passato con un piede nel presente.
L’enoturismo è un fenomeno che ha preso piede ormai da qualche anno in molte zone d’Europa, da Bordeaux in Francia alla Weinstrasse in Germania, solo per citare un paio di esempi. In Italia la cultura dell’enoturismo è solo agli inizi, ma questa guida vuole essere il primo esempio di strumento utile al turista che decide di visitare la provincia berica non solo per le sue bellezze storico-artistiche ma anche per scoprire il mondo del vino che qui si produce. Percorsi dunque tra le aziende, ma anche tra le numerose manifestazioni dedicate alla vendemmia e all’uva, senza dimenticare che questa è anche terra di grappe e distillati d’eccellenza.
«In queste pagine, con attenzione amorosa e partecipe, scorre la genesi dell’Ospedale opitergino, mentre si dà conto della magnifica evoluzione del sistema assistenziale e delle tecniche di cura, fino a raggiungere il nostro tempo. Cui si aggiungono gli attori che hanno fatto d’un luogo di sofferenza uno spazio di umana generosità. Medici, infermieri, operatori che si preoccupano di pulizia e di cucina, suore elisabettiane che donano ogni ora della loro vita agli ammalati, e cappellani che non misurano il loro impegno sul credo professato dal degente. […] Il resto è cronaca dei nostri giorni. Di rinnovamento e di ampliamento dei servizi ospedalieri, per soddisfare i bisogni di una comunità vasta e da un ventennio ormai pluriculturale, ora che la città e tutto il comprensorio tra Piave e Livenza conoscono nuovi insediamenti di culture diverse».
Semplice, schietta, genuina: sono gli aggettivi che meglio di altri identificano la cucina trentina, una tradizione complessa come può essere quella di una terra di frontiera.
Attingendo alle ricette di vallata, come i tortél di patate nonesi, ma anche al più diffuso strudel e riscoprendo piatti della tradizione come la torta Simona, questo volume offre un viaggio culinario alla riscoperta dei territori da cui nascono molti dei prodotti agroalimentari d’eccellenza delle valli del Trentino, come la farina gialla di Storo, la carne salada, i ricchi formaggi, i salumi, la frutta e gli ortaggi, il miele, l’olio e gli eccellenti vini.
Un viaggio anche visivo, grazie alle foto realizzate da Cristiano Bulegato che illustrano degnamente ciascuna delle oltre 50 ricette che vengono proposte.
Finalmente un volume dedicato al Torchiato di Fregona, ovvero a un’eccellenza del Trevigiano poco conosciuta ma figlia di un passato ancora vivo. Il Torchiato è un vino dolce che nasce nella zona storica del Prosecco ma da uve appassite e passate al torchio, ancora oggi visibile e funzionante nella frazione di Osigo. Si ripercorrono qui, attraverso testimonianze e immagini d’epoca, sia i fili della memoria che hanno fatto del Torchiato un vino oramai tradizionale; sia quelle informazioni tecniche sui vitigni e la vendemmia che sono oggi comprese nel disciplinare, poiché il Torchiato di Fregona può anche fregiarsi della Doc. Infine un ricco ricettario nel quale una trentina di ristoratori veneti propongono piatti e abbinamenti nei quali il Torchiato stesso è il protagonista, sotto l’attenta supervisione del sommelier Dino Marchi. Il volume è riccamente illustrato con fotografie di Giuliano Casagrande e Francesco Galifi, nonché con immagini storiche messe a disposizione dal FAST (Foto Archivio Storico Trevigiano).