La guida della Chiesa di Santa Corona di Vicenza vuole essere un agile e dettagliato strumento che accompagni il visitatore alla scoperta di questa chiesa, molto amata dalla comunità cristiana vicentina come luogo di culto e di fede, situata nel cuore del capoluogo berico, arricchitasi di arte e storia e riaperta nel 2012 dopo il restauro.
Le vicende storiche, le diverse fasi di edificazione, gli approfondimenti sull’architettura, sulle opere d’arte e sugli arredi liturgici sveleranno il senso profondo dei segni lasciati da artisti, fedeli, presbiteri e pastori che nei secoli hanno contribuito a rinnovare e impreziosire il sacro tempio.
Celebri artisti come Giovanni Bellini, Giambattista Pittoni e Paolo Veronese hanno arricchito di forme e colori navate e cappelle.
I capitoli che compongono questo volume, spettanti ad una équipe internazionale di ben noti Studiosi della cultura artistica veneziana del Rinascimento, sono il risultato di ricerche originali progettate ed avviate in coincidenza ed in coerenza con il lungo e difficile lavoro di restauro (2011-2012) del Martirio di san Lorenzo di Tiziano conservato nella chiesa veneziana dei Gesuiti. Ed una circostanziata descrizione di esso è allegata alle pagine del libro come punto di riferimento imprescindibile giacché s’è trattato di intervento che ha riporato il capolavoro dall’agonia di un degrado che ne spegneva ed avviliva la vitalitą, all’abbagliante condizione originaria.
La fama di Michele Sanmicheli, come abile disegnatore e grande conoscitore dell’architettura antica, è attestata in primo luogo da Giorgio Vasari. Ed è muovendo dall’esperienza giovanile maturata nell’Italia centrale che il maestro veronese raggiunse grande fama nella sua città e nei territori della Serenissima.
Ma, nonostante la sua cospicua raccolta di rilievi e studi sia da ritenersi quasi del tutto dispersa, “qualche scheggia o brandello” di essa, grazie allo studio della grafia sanmicheliana ed al confronto dei dati archivistici con le informazioni storiografiche, sembra poter essere ancora riconoscibile.
Ed è di grande interesse, nell’esaminare i disegni riprodotti in questo libro, ripercorrere le vicende della vita professionale dello stesso Sanmicheli, considerando alcuni momenti della lunga attività esercitata nell’architettura civile, religiosa e militare, e i suoi possibili incontri con i maestri della bottega vicentina di Contra’ Pedemuro San Biagio e con Andrea Palladio.
Le nostre montagne racchiudono tradizioni gastronomiche genuine e gustose ricette che ci restituiscono i sapori di un territorio ricco di prodotti.
Dai piatti tradizionali alle proposte gastronomiche più innovative, questo volume ci accompagna tra le valli del Trentino del Veneto e del Friuli Venezia Giulia alla riscoperta delle saporite ricette e dei sani prodotti tipici della montagna: dai funghi ai frutti di bosco, dai formaggi agli affettati.
La guida a questo palazzo, storica sede del Banco di Napoli e ora sede di Banca Intesa Sanpaolo, ricostruisce le vicende storiche che hanno portato all’ideazione, alla progettazione e all’edificazione del Palazzo; le peculiarità architettoniche e le valenze simboliche legate a una città in ascesa, il tutto ampiamente illustrato da immagini d’epoca e da documenti storici. Il volume è arricchito da un breve testo dell’architetto Michele De Lucchi che rende conto del recente ammodernamento dell’Atrio e del Salone del Palazzo.
La guida a questo palazzo, storica sede del Banco di Napoli e ora sede di Banca Intesa Sanpaolo, ricostruisce le vicende storiche che hanno portato all’ideazione, alla progettazione e all’edificazione del Palazzo; le peculiarità architettoniche e le valenze simboliche legate a una città in ascesa, il tutto ampiamente illustrato da immagini d’epoca e da documenti storici. Il volume è arricchito da un breve testo dell’architetto Michele De Lucchi che rende conto del recente ammodernamento dell’Atrio e del Salone del Palazzo.
A distanza di secoli, il patrimonio di cultura gastronomica ereditato da Venezia continua a riverberare nelle cucine delle Venezie, del Friuli e dell’Istria, l’antica X Regio imperiale Venetia et Histria.
Le spezie d’Oriente, che fecero del mercato di Rialto la Wall Street europea; l’introduzione del mais “gloria veneta”, la diffusione dell’editoria in materia di precetti culinari e di buona salute fin dal Quattrocento; la suggestione di pietanze tipiche delle varie parti di un impero multietnico che si estendeva dalle province lombarde, alla Dalmazia, all’Albania e alle isole greche; le esperienze e i costumi proposti dalla rete di Ville patrizie in tutta la Terraferma; sono altrettanti elementi che fanno oggi ancora del Nord Est italiano un’area d’eccellenza per il turismoenogastronomico.
Il lungo lavoro di aggiornamento del catalogo generale della Pinacoteca Comunale di Treviso, avviato negli anni ’90 del secolo scorso, propone ora il risultato di tanta meticolosa cura: con la revisione degli antichi inventari e il riordino dei depositi si è giunti a catalogare oltre 1200 opere.
Il progetto editoriale, realizzato con il contributo e il sostegno dell’Associazione Amici dei Musei, prevede tre volumi dedicati rispettivamente alla pittura romanica e gotica (opere dal secolo XII alla metà del XV), alla pittura del Rinascimento e Manierismo (dalla seconda metà del secolo XV a tutto il XVI), alla pittura del Barocco e Rococò (secoli XVII e XVIII).
Nel primo volume vengono illustrate 99 opere, in prevalenza di Tommaso da Modena, con schede di approfondimento relative alle chiese di San Martino, San Bartolomeo, San Francesco,
Santa Margherita, oltre a vari affreschi di case e palazzi della città dipinta.
Il comitato scientifico è composto da Enrica Cozzi, Sergio Marinelli, Eugenio Manzato e Andrea Bellieni; le studiose Roberta Rizzato e Chiara Torresan hanno redatto le schede tecniche delle nuove opere catalogate.
Da sei secoli, prima che Andrea Palladio costruisse lo straordinario loggiato, la Basilica è il centro della vita di Vicenza. Il salone ha accolto imperatori all’epoca di Colombo, alla fine del XVI secolo nel cantiere della Basilica si giocava anche (abusivamente) a calcio mentre un secolo dopo all’ombra delle logge si svolgevano tornei cavallereschi e cacce di tori. Era il 1799 quando in piazza dei Signori si accamparono i cosacchi del Don e ai primi dell’Ottocento all’interno della sala grande si andava perfino a caccia. La Basilica ospitò nel 1871 un’affollata Expo e Mussolini nel 1938 vi inaugurò la mostra del fascismo.
Restaurata dopo il bombardamento dell’ultimo conflitto mondiale, nel dopoguerra la Basilica diventò perfino un palasport, ospitò concerti lirici e di musica leggera, feste studentesche, commedie di Goldoni, mostre di architettura… per vent’anni, sino al recente grande restauro che ha dato nuova vita al gioiello di Palladio. Sotto la Basilica è stata festeggiata la fine della Grande Guerra ed è stato accolto dai vicentini in festa Giovanni Paolo II.
Il primo volume “italiano” di poesie di Igor´ Cholin esemplifica la produzione di un autore il cui stile minimalistico restituisce al lettore squarci di vita quotidiana con tono antiretorico. Cholin, all’altezza degli anni Cinquanta del XX secolo, ritrae quasi con distacco una realtà (tedio, ubriacature, risse, infedeltà coniugali, soprusi, indigenza, abusi, morti violente e altri fenomeni di vita degradata e “bruta”) che è, principalmente, quella delle “baracche”, ossia abitazioni fatiscenti concentrate soprattutto nei lager o nei dintorni delle città più popolose dell’Unione Sovietica. Accanto al Cholin “baracchesco”, che costituisce il nucleo nel volume, trovano posto anche testi divertiti sull’avanguardia dell’Urss in campo tecnologico, versi sull’orrore della guerra e, infine, composizioni in cui l’autore si pone al centro della scena, disvelandosi ora con piglio ferocemente autoironico, ora con brevissime illuminazioni filosoficheggianti. Edizione bilingue italiano/russo.
Igor´ Sergeevič Cholin (1920-1999) è stato poeta e prosatore. In ambito ufficiale ha dato alle stampe solo testi per bambini; in epoca postsovietica viene alla ribalta come uno degli autori più importanti della cosiddetta “scuola di Lianozovo”.
Alessandro Niero insegna letteratura russa all’Università di Bologna. Si occupa di poesia russa e di questioni di traduzione. Per le sue traduzioni ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui, nel 2012, il premio «Čitaj Rossiju / Read Russia» per il volume Trentatré testi di Dmitrij Prigov.