Luigi Vettori

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Attingendo dal ricco patrimonio museale, e grazie alla disponibilità di molti collezionisti privati, il Comune di Pordenone ha voluto mettere in luce la singolare vicenda del pittore Luigi Vettori, una promessa dell’arte italiana tragicamente spezzata dalla morte, a soli ventotto anni, avvenuta nel 1941, sul fronte albanese.
Pordenonese di adozione, per l’artista è stata fondamentale la vicinanza con Venezia, dove si è formato frequentando il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, seguendo un percorso comune ad altri artisti locali del periodo.
La morte repentina dell’artista non consente di immaginare l’evoluzione futura della sua pittura; tuttavia, le opere repertoriate in catalogo permettono di ricostruire il suo impegno artistico, immergendosi nella vita di quegli anni così tormentati e di seguirne i primi passi.
La mostra riunisce sessanta dipinti, trentacinque tra disegni e incisioni, numerose foto e documenti originali offrendo il ritratto più completo e ricco sull’artista, dopo la retrospettiva del 1975.

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Virgilio Guidi

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L’attività artistica e didattica di Virgilio Guidi è indissolubilmente legata a Venezia, dalle sue prime partecipazioni alle Biennali alla sua attività di insegnante di pittura presso l’Accademia di Belle Arti. All’Accademia veneziana formò quasi un’intera generazione di pittori friulani, tra i quali i pordenonesi Armando Pizzinato e Luigi Vettori. Anche per questo motivo, nel trentesimo anno dalla sua scomparsa, il comune di Pordenone rende omaggio alla sua figura di grande artista e maestro con una mostra che presenta una significativa selezione di suoi quadri e sculture, uniti dal filo conduttore tecnico-compositivo della figura nello spazio, approfondendo una poetica incentrata su luce, forma e colore.

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Cantine luoghi incontri

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Il Libro “Cantine luoghi incontri”, realizzato con il patrocinio della Fondazione Italia-Giappone, nasce dall’idea di Marco Milan, Kumiko Yamada e Nora Zanella di realizzare un viaggio contemporaneo che unisca la cultura italiana del vino con la cultura gastronomica giapponese. Un ponte ideale di sapori e immagini che si svolge tra 14 cantine italiane e dunque 14 territori dal Trentino alla Basilicata, sviluppando un percorso fotografico cui vengono abbinati i gusti della cucina tradizionale del Sol Levante, grazie al prezioso apporto della direttrice dei sommelier giapponesi Kumiko Yamada.

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Grisha Bruskin Alefbet

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Querini Stampalia, 12 febbraio- 13 settembre 2015

Un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. Per la sua prima esposizione a Venezia, Grisha Bruskin, uno dei più importanti artisti russi viventi, ha scelto il progetto “Alefbet”: cinque grandi arazzi rappresentano il cuore della rassegna, cui si giunge esaminando in precedenza i disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 dipinti, ossia le diverse tappe in cui si è articolato questo complesso e affascinante “archivio del segno”. Una sintesi densissima, che fa memoria di una millenaria tradizione, quella ebraica del Talmud e della Kabbalah, nel momento stesso in cui la rivela come possibile e permanente chiave di lettura simbolica della nostra storia e del nostro presente. 
La mostra è promossa dal Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) di Ca’ Foscari, ed è curata da Giuseppe Barbieri e da Silvia Burini in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia.

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A occhi spalancati

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Con questa esposizione viene svelato al pubblico un Impressionismo diverso, poco noto, genuinamente russo, originale e specifico.

Dopo essersi manifestato in territorio francese, l’Impressionismo ha proiettato la sua luce in tutto il mondo occidentale, e in ogni nuovo paese è nato nuovamente, talvolta senza alcun legame con gli esempi classici di Monet e Pissarro. Il suo significato non si limita alla sola sfera tecnica, agli abili metodi pittorici. L’Impressionismo rappresenta la fuga dalla tradizione del Realismo logico, dai soggetti di natura quotidiana e letteraria verso la luce, la purezza del colore, la luminosità e l’essenza decorativa della pittura. Questo percorso fu intrapreso dall’arte figurativa di diversi paesi, in ciascuno dei quali l’Impressionismo ebbe i propri profeti. In Russia, l’Impressionismo come nuovo approccio si manifestò nell’opera di Aleksandr Ivanov e Fedor Vasil’ev, sfiorò Vasilij Polenov e Il’ja Repin e negli anni Ottanta e Novanta dell’800 si riversò come un’onda travolgente sulle tele dei giovani artisti della Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca. I quadri di Konstantin Korovin, Konstantin Juon, Sergej Vinogradov, Stanislav Žukovskij, Petr Petrovicˇev arricchiscono anche l’esposizione attuale. Sono stati estesi i confini temporali della mostra fino agli inizi del XXI secolo, includendo artisti come Vladimir Rogozin e Valerij Košljakov, la cui creazione senza dubbio non appartiene all’Impressionismo nell’accezione più stretta di tale concetto, e nondimeno si colloca nel suo alveo.

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GINO ROSSI

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Un’opera monumentale e per alcuni aspetti “provocatoria”, che ha uno scopo soprattutto formativo, intende rivedere il consolidato catalogo di Gino Rossi, proponendo numerose opere inedite all’interno del catalogo del grande artista veneziano e trevigiano di adozione.
Basandosi su una particolare e innovativa metodologia di attribuzione, Luciano Buso non solo restituisce per la prima volta la paternità di molte opere all’artista, ma per ogni opera giustifica la sua attribuzione attraverso l’analisi dei dettagli e delle “firme celate” all’interno dei dipinti oggetto d’indagine.
Un’opera coraggiosa che vuole innanzitutto smuovere la critica nei confronti di uno straordinario artista dimenticato ormai da troppo tempo.

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Veneto. Terre e paesaggi del vino

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Questo splendido volume fotografico illustra l’innumerevole diversità di paesaggi che si incontrano partendo dai confini dei territori che si affacciano al Lago di Garda fino a quelli che si specchiano sulla laguna veneta, per salire poi i colli fino ad arrivare alle quote più alte che d’inverno si imbiancano. Il paesaggio è diventato in questi anni un potente strumento di comunicazione, e questo libro vuole meravigliare presentando la numerosità e l’unicità dei paesaggi viticoli veneti, emblema del saper fare dei viticoltori di questa terra. In questo volume, il vino viene presentato e proposto attraverso i suoi paesaggi, proponendolo nella sua dimensione visiva ed emozionale. Il paesaggio si fa quindi portavoce e memore di comunità di uomini e donne che hanno costruito e tramandato una natura più bella e più ricca.

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Il Palazzo di Via Stabile

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Questa agile guida riccamente illustrata, edita anche in lingua inglese, ripercorre le vicende costruttive della sede palermitana della ex Banca Commerciale italiana, ora Intesa Sanpaolo, sita in Via Stabile.
Il contributo di Fulvio Irace ricostruisce attraverso i documenti di archivio le vicende relative alla committenza e le diverse fasi progettuali dell’edificio.
La seconda parte del volumetto raccoglie invece il saggio di Paola Barbera, che si sofferma sull’importante decorazione realizzata da Renato Guttuso per il Salone del Pubblico del palazzo. 

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L’arte. Il senso di una vita

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Catalogo della mostra
Teolo, Palazzetto dei Vicari, 20 settembre – 2 novembre 2014

Avvicinare adulti e bambini all’arte in tutte le sue espressioni: questo il compito che si era preposto il filosofo Dino Formaggio, fondando il Museo nel Comune di Teolo (PD), grazie alle opere affidategli da alcuni artisti contemporanei.
Il progetto è stato finalmente ripreso dopo essere stato a lungo trascurato per molteplici ragioni. Nasce così questo volume, in occasione della presentazione al pubblico, per la prima volta, delle opere d’arte realizzate dal filosofo Dino Formaggio, mescolando, modellando e trasformando colori, tronchi di legno e minuterie metalliche, in personaggi della vita, della storia e della letteratura.
Ci sono giustizia, libertà, correttezza e solidarietà in queste opere, gli stessi valori che permeavano il filosofo, e che egli stesso insegnava ai suoi figli, ai suoi studenti e, ora, anche a chi si approccia a questo volume.

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Vaghe stelle dell’Orsa… Il viaggio sentimentale di Freya Stark

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Viaggiatrice, scrittrice, archeologa, cartografa di fama internazionale nata a Parigi nel 1893 da Robert pittore e Flora pittrice e concertista, con il suo superbo andare solitario per oltre cinquant’anni nel favoloso Oriente, ha raccontato un’epoca, un impero: quello britannico; un tempo storico, un modo di essere e di vivere. Ventuno anni sono trascorsi da quando, divenuta centenaria, ha cessato di vivere nella sua “gentile Asolo”, eppure la sua personalità ricca e sfaccettata, non cessa ancora di stupire e destare meraviglia.
La mostra, curata da Annamaria Orsini, vuole mettere in luce il profilo più intimo di Freya: la sua anima artistica e la sua ricchezza interiore. In essa, come in un viaggio sentimentale, attraversiamo territori finora inesplorati percorrendo una mappa dell’anima tra le memorie, i disegni, le foto, i ricami e gli oggetti personali di questa donna che è stella di straordinaria grandezza e luce.

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