Museo Bailo

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La nuova Guida del Museo Luigi Bailo di Treviso descrive un allestimento in tutto rinnovato, dopo la chiusura del museo, avvenuta nel 2003, e il successivo riassetto.
Con una superficie espositiva di 1.600 metri quadrati, il Museo Bailo è ora divenuto “Galleria del Novecento”, riassumendo una fase di riconosciuta eccellenza per la cultura a Treviso.
Il punto di forza dell’esposizione permanente è rappresentato dalla collezione di opere civiche di Arturo Martini (1889-1947), la più cospicua tra quelle dello scultore, che offre l’opportunità di inediti confronti e relazioni con altri celebri artisti contemporanei: Gino Rossi, Luigi Serena, Giovanni Apollonio, Guglielmo e Beppe Ciardi sono alcuni dei nomi più celebri, ma nella Galleria del Novecento si snoda anche un’antologia dei pittori recenti più importanti attivi nel territorio, tra cui Bepi Fabiano, Nino Springolo, Aldo Voltolin. Una sezione è dedicata allo scultore Carlo Conte e alla scuola di incisione.

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Venezia Inaspettata. Unexpected Venice

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Venezia, con la sua bellezza eterna, fissata nel ritratto di volti immortalati in una fotografia; capitale di milioni di autoscatti; scenario sempre uguale, a tratti banalizzato, bellezza senza tempo a volte inconsistente. In questo volume, Cesare Gerolimetto, l’esploratore, ha ancora la capacità di stupirsi e di meravigliarsi, di addentrarsi nell’avventura, di andare a caccia di giochi di colpi d’occhio e di suggestioni immaginative nel tentativo, ben riuscito, di interrompere il vortice di scene tutte identiche in cui Venezia è stata imprigionata.
Gerolimetto si addentra nella magia di una Venezia inattesa e inaspettata, che scatena un senso di estatica beatitudine e di percezione dell’assoluto, generando miriadi di sensazioni visive in coloro che la guardano incantati.

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Carlo Conte

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Catalogo ragionato dei gessi di Carlo Conte conservati presso il Museo Civico di Treviso.
L’ampia ricognizione sull’opera dello scultore è stata affidata alla più autorevole studiosa dell’artista trevigiano.
I gessi rimangono un documento fondamentale dal punto di vista filologico: essi hanno costituito il nucleo fondativo da cui si è partiti per tentare il recupero dell’intera produzione contiana dislocata in collezioni soprattutto lombarde e venete. Inoltre in molti casi i gessi sono l’unica testimonianza pervenutaci dell’opera contiana. I gessi del museo trevigiano formano un corpus rispondente all’incirca all’80% della produzione complessiva dell’artista: una consistenza idonea ai fini di una valutazione critica dell’intero percorso artistico di Conte.

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Maredolce-La Favara

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Coedizione Fondazione Benetton Studi Ricerche – Antiga Edizioni

La prima parte del “dossier” presenta materiali cartografici di orientamento e un regesto delle fonti bibliografiche e iconografiche che documenta gli oltre mille anni della storia di Maredolce-La Favara, oltre alla motivazione del Premio Carlo Scarpa. Nella seconda parte, tre saggi aiutano a ripercorrere la vicenda storica e culturale che accompagna la nascita e l’evoluzione del luogo.
Del lungo periodo di sedimentazione storica vissuto da Maredolce, il volume dà conto nella sua terza parte. Seguono tre contributi che aiutano a collocare Maredolce nel quadro più ampio dei paesaggi storici e delle residenze arabo-normanne, oltre che nel sistema delle permanenze storiche che pervadono il territorio contemporaneo di appartenenza.
La natura del luogo e i caratteri più specifici del paesaggio di Maredolce sono trattati nella quarta parte, con diversi contributi dedicati alla geomorfologia e all’idraulica, all’agronomia, alla botanica e alla malacologia. Il libro si chiude con tre scritti che guardano al territorio di appartenenza, in particolare al quartiere Brancaccio e alle vicende legate al tessuto sociale ed economico di questa parte della città.

Luogo e anno di edizione: Treviso 2015

Indice del volume:

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 1990-2015, 4

Regolamento, 5

Maredolce-La Favara. Motivazione del Premio, 6

Palermo e la Sicilia: il contesto geografico di Maredolce-La Favara, 17

Regesto delle fonti bibliografiche su Maredolce-La Favara, 973-1965, a cura di Giuseppe Barbera, 23

Franco Cardini, La Sicilia arabo-normanna, 42

José Tito Rojo, I grandi bacini d’acqua nell’Occidente musulmano: funzione, evoluzione, restauro.
A proposito della Favara
, 53

Giuseppe Barbera, Maredolce-La Favara: il luogo, la civiltà araba e normanna, l’evoluzione del paesaggio nella Conca d’Oro, 67 

Massimo Rossi, Conca d’Oro. Mappe per una storia di lunga durata, 88

Lina Bellanca, Il recupero della Favara nella storia recente e nei progetti: architettura, archeologia, idraulica, compendio agricolo, regime di proprietà, 101 

Antonino Abbadessa ed Emanuela Piazza, Gli interventi di acquisizione e i restauri, 107 

Stefano Vassallo, Archeologia nel “castello” di Maredolce-La Favara, 114

Ettore Sessa, Le architetture dei parchi reali normanni a Palermo, 118

Eliana Mauro, Memorie del Parco Normanno, 124

Renata Prescia, Il recupero del “paesaggio culturale” della Favara, 128

Pietro Todaro, La natura del luogo: aspetti geomorfologici, idrologici e idraulici dell’antica Favara di Maredolce, 135 

Tommaso La Mantia, Aspetti agronomici della Favara e del suo contesto, 146

Giuseppe Barbera, Il sistema dell’irrigazione tradizionale nella Conca d’Oro, 155

Salvatore Pasta, La Favara di Maredolce tra Ottocento e Novecento: testimonianze botaniche di un ambiente umido di pregio, 158 

Ignazio Sparacio, I molluschi d’acqua dolce di Maredolce: dati bibliografici, 160

Ferdinando Trapani, La Favara e il quartiere Brancaccio. Sviluppo urbanistico e problematiche attuali, 162 

Giulia de Spuches, Maredolce: l’invisibilità di un paesaggio reale. Geografie e memorie di un territorio, 169 

Ferdinando Siringo, La Favara e la vita del quartiere Brancaccio. Educazione, partecipazione,
bene comune e luoghi chiave
, 174

Glossario agricolo degli arabismi in uso nel dialetto siciliano, a cura di Giuseppe Barbera, 178

Bibliografia, 179

Referenze fotografiche, 187

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2015, 188

Per maggiori informazioni sulle pubblicazioni del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino si rinvia al sito della Fondazione Benetton Studi Ricerche:

http://www.fbsr.it/fbsr.php/pubblicazioni/collana_Memorie/dossier/dossier

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The Palazzo in Via Stabile

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Questa agile guida riccamente illustrata, edita anche in lingua inglese, ripercorre le vicende costruttive della sede palermitana della ex Banca Commerciale italiana, ora Intesa Sanpaolo, sita in Via Stabile.
Il contributo di Fulvio Irace ricostruisce attraverso i documenti di archivio le vicende relative alla committenza e le diverse fasi progettuali dell’edificio.
La seconda parte del volumetto raccoglie invece il saggio di Paola Barbera, che si sofferma sull’importante decorazione realizzata da Renato Guttuso per il Salone del Pubblico del palazzo.

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Saverio Barbaro. Itinerario d’Oriente

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Per festeggiare i 90 anni del maestro veneto Saverio Barbaro, una grande mostra espone le opere più significative ricostruendo il percorso artistico del pittore.
Dipinti, disegni e incisioni mostrano costantemente il dialogo con la complessa e multiforme cultura del Continente africano, e con il mondo arabo in particolare.

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L’Utopia Tropicale: Khartoum

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Una città ideale, alla confluenza di due fiumi, dove nasce il grande Nilo, da ricostruire partendo da zero. Un team progettuale d’eccellenza. L’utopia urbana e progressista di medici e urbanisti tra Ottocento e Novecento, alle prese con l’esplosione demografica e con la missione civilizzatrice dell’uomo bianco. Nella rifondazione britannica di Khartoum tutte le condizioni necessarie e sufficienti sono riunite per la stesura di un piano che, invece, presenta curiose ambiguità. L’esistenza di un protocollo segreto, che affonda le sue radici in elementi contingenti quali l’equilibrismo diplomatico dell’Inghilterra vittoriana nella corsa all’Africa, fra il Congresso di Berlino e la Prima Guerra mondiale, le lotte intestine in seno al governo, un problema militare di difesa il background culturale e le ambizioni personali dei suoi protagonisti, è l’ipotesi di questo saggio.

An ideal city to be rebuilt from scratch where two rivers flow into one another to give birth to the great Nile. An elite team of designers. The progressive utopia of urban planners and doctors between the 19th and 20th centuries, coming to grips with the demographic explosion and with the white man’s civilizing mission. These are a few of the elements that come into play in the British reconstruction of Khartoum in the late 19th-century, after a series of bloody defeats and difficult victories. All the necessary and sufficient conditions for the drafting of a state-of-the art project are met. Instead, it so happens that the plan presents a number of ambiguities intersecting on various levels: the existence of a secret protocol, rooted in a complex military conundrum; the difficult search for a diplomatic balancing act in the British scramble for Africa, between the Berlin Conference and WWI; Victorian England’s rock-steady belief in its own values; the complex cultural and ideological background of the episode’s protagonists. The present essay addresses the combination of all these factors, which, while distancing Khartoum from its idealised image, give an almost fictional quality to its history.

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TICINO GUIDE

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Ticino Guide riunisce le opere di architettura e ingegneria più significative degli ultimi quindici anni, adottando criteri di ampia rappresentatività e privilegiando, per quanto possibile, le opere pubbliche e la scala urbana, includendo inoltre i giovani emergenti nel quadro complessivo del dibattito locale. Appare in questo modo l’evoluzione del patrimonio architettonico cantonale che, negli ultimi decenni, grazie anche all’uso dell’istituzione del concorso di progettazione come strumento di selezione professionale, ha visto moltiplicarsi le realizzazioni destinate alla comunità rispetto alla casa unifamiliare che aveva reso celebre l’architettura ticinese a partire dagli anni Settanta. Seguendo un percorso geografico, da sud a nord e da est a ovest, che interessa le diverse regioni, l’itinerario parte dal Mendrisiotto e si svolge verso il Luganese, per arrivare al Bellinzonese con le sue valli (coprendo i distretti di Riviera, Blenio, Leventina) e la Moesa, per concludersi infine nel Locarnese e la Valle Maggia. L’approccio complessivo è stato quello di delineare le diverse espressioni dell’architettura e dell’ingegneria ticinesi, facendo emergere la qualità diffusa e la professionalità – ormai storicamente accertata – che contraddistinguono queste discipline nel Canton Ticino.

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Luigi Vettori

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Attingendo dal ricco patrimonio museale, e grazie alla disponibilità di molti collezionisti privati, il Comune di Pordenone ha voluto mettere in luce la singolare vicenda del pittore Luigi Vettori, una promessa dell’arte italiana tragicamente spezzata dalla morte, a soli ventotto anni, avvenuta nel 1941, sul fronte albanese.
Pordenonese di adozione, per l’artista è stata fondamentale la vicinanza con Venezia, dove si è formato frequentando il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, seguendo un percorso comune ad altri artisti locali del periodo.
La morte repentina dell’artista non consente di immaginare l’evoluzione futura della sua pittura; tuttavia, le opere repertoriate in catalogo permettono di ricostruire il suo impegno artistico, immergendosi nella vita di quegli anni così tormentati e di seguirne i primi passi.
La mostra riunisce sessanta dipinti, trentacinque tra disegni e incisioni, numerose foto e documenti originali offrendo il ritratto più completo e ricco sull’artista, dopo la retrospettiva del 1975.

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Virgilio Guidi

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L’attività artistica e didattica di Virgilio Guidi è indissolubilmente legata a Venezia, dalle sue prime partecipazioni alle Biennali alla sua attività di insegnante di pittura presso l’Accademia di Belle Arti. All’Accademia veneziana formò quasi un’intera generazione di pittori friulani, tra i quali i pordenonesi Armando Pizzinato e Luigi Vettori. Anche per questo motivo, nel trentesimo anno dalla sua scomparsa, il comune di Pordenone rende omaggio alla sua figura di grande artista e maestro con una mostra che presenta una significativa selezione di suoi quadri e sculture, uniti dal filo conduttore tecnico-compositivo della figura nello spazio, approfondendo una poetica incentrata su luce, forma e colore.

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