Un Museo per i fiumi

By Samuel,

Il libro raccoglie i disegni realizzati da Gabbris Ferrari che aveva progettato e illustrato diverse ambientazioni delle prime fasi della storia umana (il Big Bang, la Preistoria, il Neolitico, l’Età del Bronzo, del Ferro e l’Epoca Romana) e della formazione della terra, molti dei quali confluiti nell’allestimento del Museo per i fiumi di Rovigo.
Nel libro sono inoltre raccolti anche vari contributi di alcuni protagonisti che hanno determinato la creazione del Museo o che hanno conosciuto l’artista: Raffaele Peretto, Andrea Pirani, Giuseppe Marangoni, Ivana D’Agostino, Sergio Garbato.

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Tutti giù per terra

By Samuel,

Il libro racconta i momenti terribili dei quattro terremoti avvenuti tra il 24 agosto 2016 e il 18 gennaio 2017 nelle zone del Centro Italia.
299 le persone decedute, 140 i comuni danneggiati nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
L’autrice ha articolato la descrizione di sedici comuni (impossibile parlare di tutti 140): nella prima parte riportando un po’ di storia, per far comprendere quanto del patrimonio culturale-artistico-architettonico è andato perduto e nella seconda narrando il dramma delle persone che, lasciando le case, i propri beni, il proprio vissuto, sono state costrette a sfollare.

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I giardini del tè di Dazhangshan

By Samuel,

Ai “giardini del tè di Dazhangshan”, situati nella contea di Wuyuan, in Cina, nella provincia meridionale del Jiangxi, è dedicata la trentesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino. Il Premio riconosce nelle coltivazioni del tè di Dazhangshan un insieme di contenuti e insegnamenti utili a una riflessione collettiva e propositiva sul paesaggio rurale storico e contemporaneo, oltre a una speciale ricchezza di sollecitazioni per una cultura attenta alle emergenze di carattere ambientale e sociale del nostro pianeta.
Nel territorio montuoso di Dazhangshan, il vasto sistema di rilievi collinari che lo caratterizza accoglie, con i villaggi, queste coltivazioni di tè condotte secondo criteri agroecologici: campi ondulati, inconfondibili per il disegno ordinato delle piantagioni in siepi parallele, che si alternano al manto boschivo e alle distese delle risaie nei fondivalle.
Il libro, curato da Patrizia Boschiero, Luigi Latini e Maurizio Paolillo, è un lavoro collettivo che raccoglie una dozzina di contributi inediti, un ricco apparato fotografico, cartografico e documentario, edito in italiano e in inglese.

 

Indice del volume

Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, 1990-2019

Regolamento e Comitato scientifico

I giardini del tè di Dazhangshan. Motivazione del Premio Carlo Scarpa, nelle lingue italiano, cinese e inglese

Maurizio Paolillo, Dalla Cina alla contea di Wuyuan. Orientamento storico-geografico

Maurizio Paolillo, La bellezza del Dao. I molteplici volti del paesaggio nella tradizione culturale della Cina

Hong Peng, Versi in rima e lavoro certosino: un legame naturale e storico. Filosofia del giardino orientale nelle coltivazioni del tè biologico di Dazhangshan

Chen Xing, Una casa per il tè, una casa per la cultura

Xiao Kunbing, Cultura, coltivazioni e rotte del tè nella Cina antica. Aspetti storici e antropologici

Yu Yue, Ecologia, tè e cultura del tè nel Jiangxi

Livio Zanini, Prima dell’arrivo del tè in Europa. La bevanda cinese nelle fonti occidentali anteriori al secolo XVII

Giuseppe Barbera, Antropocene, agricoltura, paesaggio. Riflessioni a margine di un viaggio in Cina

Anna-Paola Pola, «Il villaggio più bello della Cina». Patrimonio, politiche e trasformazioni nella Cina rurale

Mónica Luengo, Valori culturali e patrimoniali dei paesaggi asiatici del tè nel contesto internazionale

Hervé Brunon, Maxime Decaudin, Per una storia ecologista: elementi di riflessione a partire dalla Cina

Massimo Rossi, Alcune riflessioni sulla rappresentazione cartografica nella cultura cinese

Bibliografia

Referenze sulle illustrazioni

Elenco degli autori

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2019

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Intramontabili eleganze

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Gli oltre 300.000 scatti dell’Archivio Cameraphoto, costituiscono un formidabile racconto visivo di Venezia, frutto del fotogiornalismo di Dino Jarach e dei suoi collaboratori, cominciato nel 1947: un patrimonio che il Ministero per i beni e le attività culturali nel 2014 ha deciso di tutelare e che oggi può cominciare a essere ammirato dal pubblico attraverso questa prima selezione dedicata al rapporto fra Venezia e un maestro della moda, Christian Dior. La città non era solo la sede di appuntamenti espositivi fondamentali come la Biennale, ma una mèta per artisti e collezionisti: ciò in un centro che aveva visto salvaguardato l’immenso patrimonio artistico e che era ancora popolato dei suoi abitanti, con i quali si mescolavano i personaggi e gli eventi dell’arte, del cinema, della moda e della varia mondanità.
Del 1947 fu anche la prima sfilata parigina in cui Christian Dior rivoluzionò la moda col suo New Look, sviluppato poi nella linea “Naturelle”, che presentò nel 1951 a Venezia e, complice Jarach, anche negli spazi urbani: la ripresa fotografica fissò così il dialogo tra le forme degli abiti, i disegni dei tessuti e le colonne, le superfici, i colori e le venature dei materiali, i riflessi dell’acqua della città.

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L’acqua nelle contese tra Vicenza e Padova

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Lo studio ripercorre il ruolo determinante dei fiumi vicentini lungo i secoli della contrapposizione bellica tra Padova e Vicenza e sottolinea la decisiva rilevanza che le risorse idriche del territorio berico hanno sulla vita della comunità patavina ancor oggi. Una delle principali cause delle guerre tra le due comunità proveniva infatti dall’utilizzo delle acque del Bacchiglione e in particolare di quel canale di origine sconosciuta che oggi chiamiamo Bisatto.
Il volume è suddiviso in tre periodi distinti: il primo marchiato dalle ricorrenti guerre fino agli inizi del XV secolo quando le due città pacificate si sottomisero alla Repubblica Veneta; il secondo afflitto dalle frequenti e accese dispute sulla ripartizione delle risorse idriche tra Bacchiglione e Bisatto e quindi sulla autonomia di navigazione delle parti; il terzo corrispondente al contrastato momento dell’approvvigionamento delle acque potabili tuttora in evidenza ed attualità.

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Esiste – insomma – il giardino?

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«Non solo il giardino vive in un paeasaggio, ma puranco, come la musica e lo spettacolo teatrale, nel tempo; è evento mutevole, proteiforme, instabile, è forma inafferrabile, è il fiume di Eraclito l’Oscuro.
Esiste – insomma – il giardino?»
Il volumetto trascrive integralmente la conferenza conclusiva tenuta da Lionello Puppi a chiusura della prima edizione delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio, organizzate dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a Treviso, il 6-7 febbraio 2004.
Ricordi personali, evocazioni letterarie, filosofiche e cinematrografiche regalano al lettore suggestioni e spunti di riflessione sul tema del giardino, sulla sua essenza e mutevolezza, sul suo rapporto con il paesaggio e con la quotidiana esperienza di noi tutti.

 

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Agnese Battistuzzi Dodero. Sogni su porcellana

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Catalogo della mostra personale di Agnese Battistuzzi Dodero, artista veneta presentata per la prima volta al grande pubblico. Le opere in mostra appartengono alle varie fasi di un percorso artistico durato quarant’anni, che l’artista per scelta ha trascorso lontano dai riflettori e che solo ora ha deciso di svelare, scoprendo tutto il fascino delle eleganti porcellane – Richard Ginori, Limoges, Hutschenreuther soprattutto –, a cui la sua abile mano infonde nuova vita, luce e significato. In esposizione alcune tra le opere più rappresentative della sua vasta produzione artistica comprendente vasi, piatti, alzate, vassoi, teiere, caffettiere, distinte in tre grandi sezioni tematiche: paesaggi, elementi vegetali, animali.
La finezza della porcellana – spiega l’artista – esige un disegno preciso e pulito, per cui i temi, siano fiori, frutta, paesaggi, animali, sono conseguenti a una necessaria osservazione della realtà, di libri di botanica e zoologia, di fotografie, di testi artistici, di cartoline e riviste a tema, anche se rielaborati.

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Storie minime della Grande Guerra dall’Archivio comunale di Roncade

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Storie di soldati, di prigionieri e di intere famiglie travolte da una guerra lunga e incomprensibile. Attraverso i documenti di archivio seguiamo passo passo le vicende personali di protagonisti spesso dimenticati. Ma oltre ai feriti e ai morti in battaglia, per malattia, nei lontani campi di prigionia, la guerra ha fatto numerose vittime civili con i bombardamenti nemici sul territorio e con la disseminazione di oggetti di morte che hanno visto ferimenti e decessi tra uomini, donne e bambini del comune di Roncade. Una lunga scia di sangue che non è finita con l’armistizio, ma si è trascinata nel tempo. Il volume contiene una sezione di Appendici con la storia di Ferdinando Nardari e la sua vicenda personale sullo sfondo della Grande Guerra e un elenco dei Decorati e dei Caduti della Guerra a Roncade. L’Album fotografico infine, propone una serie di riprese, molte delle quali inedite, di scene di vita e di guerra nel territorio roncadese.

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Felice Casorati. Persone

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Il volume, ampiamente illustrato, presenta un’analisi dettagliata e completa del dipinto di Felice Casorati Persone (1910). Opera cruciale della prima fase della ricerca casoratiana, il quadro appare quasi una prova generale, un centro intermedio di poetica, «un’opera d’arte mancata» che ha in sé da una parte i risultati delle esperienze, della ricerca, delle riflessioni compiute dall’artista fino a quel momento e dall’altra i germi del suo rinnovamento.
Per la prima volta nell’opera di Casorati, i mondi e i moti propri di ogni figura si mettono attorno a un tavolo rendendo esplicito il repertorio dei “tipi” (persone, personaggi, maschere, caratteri); alcuni di essi già trattati – la vecchietta, la bambina nuda di schiena e l’adolescente pensoso –, gli altri – l’uomo e le giovani donne – alla loro prima apparizione.

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Chiacchiere tra Cesco e Cesco

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«Cogito ergo sum. Se Cartesio fosse stato in un campo di concentramento, direi con certezza che egli ha trovato il cardine della sua filosofia in esso. Penso dunque esisto. Se non pensassi non esisterei. E capovolgendo posso dire che sto qui per pensare». Il diario di Francesco Dal Fior, classe 1916 – catturato dai tedeschi in territorio greco il 9 settembre 1943 e internato per venti mesi nei campi di concentramento di Siedcle in Polonia e di Sandbostel e Wietzendorf in Germania – è una testimonianza preziosa.
In queste pagine un giovane uomo decide di registrare le sue memorie, le interminabili giornate di prigionia, fatte di angoscia, noia, speranza, incertezza, paura, fede, per lasciare una traccia, per non dimenticare, per cercare di capire, e, quasi involontariamente, per tramandare un messaggio di speranza alle generazioni future.

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