Quanto pubblicato nel volume non è solo frutto del lavoro svolto in archivi e biblioteche, ma anche il risultato di analisi basate su informazioni che sono già acquisite, ma che si prestano anche ad essere nuovamente valutate per l’accumularsi di nuove conoscenze e per l’uso di metodologie innovative con le quali vengono affrontati, dalla moderna storiografia, molti degli argomenti di storia politica, diplomatica, militare, economica, culturale compresi nell’arco di tempo che parte dal Basso Medioevo e termina all’incirca alla fine dell’Età dei Lumi.
Un periodo lungo e travagliato per il continente europeo, segnato da innumerevoli mutamenti politici, territoriali, economici e culturali, i quali fra l’altro, col passare dei secoli, hanno profondamente modificato i rapporti fra Venezia e gli Stati dell’Europa Orientale.
Avevo 4 anni quando mi tagliarono i capelli corti: piansi così sconsolatamente che, da quella volta, la mamma mi permise di tenerli lunghi. Poi vennero i ripetuti e falliti tentativi di tagliarmi la frangia, di far loro la piega con i bigodini o i ricci con la permanente, fino a un taglio inglorioso di uno stilista al meeting di Londra. Sarà per questo che porto i capelli lunghi e me li faccio tagliare solo sotto la mia attenta supervisione? Chissà, certo è che ho imparato ad ascoltare il loro linguaggio e a rispettarne la natura.
Maria Bertilla Quagliotto nasce ad Asolo nel 1966. Diplomata “Maestro d’arte”, ha partecipato a numerose gare, tornando il più delle volte vincitrice. È stata Campionessa italiana di acconciatura femminile e vincitrice del Trofeo internazionale e della Rosa d’oro al Mondial Coiffure Beautè Paris, medaglia d’oro ai Championnats d’Europe de la coiffure di Parigi, a Bruxelles e alla World Championship Hairstyling di Rotterdam. Stilista per un’azienda leader del settore, ha proseguito nella sua carriera creando collezioni in Italia e all’estero. Ha insegnato presso diverse Accademie, non ha mai smesso di aggiornarsi formando attorno a sé un team che lavora con lei nel salone “Insolito Bertilla” Hair day SPA, a Maser.
Il libro è dedicato alla Bellussera, particolare forma di allevamento della vite nata a Tezze di Piave verso la fine del 1900 da un’invenzione dei fratelli Bellussi, da cui il nome.
Bell’esempio di tecnica viticola, di conoscenza e di mestiere, la Bellussera diventa un vero e proprio paradigma: memoria vivente di lavoro, di cultura e di identità dei territori lambiti dal fiume Piave.
Una memoria che questo libro si augura di contribuire a preservare, nonostante il dilagare sempre più diffuso di metodi di produzione viticola intensiva in contrasto con questo tipo di allevamento.
La mostra, realizza dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, riunisce le opere provenienti da tre collezioni private: quella di Oleg Ulyansky (Israele), quella di Domenico Ripellino (Italia) e quella di Gerald Klebacz (Austria).
Cent’anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre, l’esposizione porta alla luce i linguaggi sepolti e dimenticati delle avanguardie russe degli anni ’70 e ’80 rappresentati dalle opere di:
Vladislav Shabalin, Angelina Belikova, Sergej Babich, Vladimir Bauer, Vladimir Miski-Oglu, Vitalij Manuilov, Vladimir Kharakoz, Sergej Barannik, Ludmila Etenko, Oleg Chernykh, Tatiana Lysenko, Anatolij Kalchenko, Viacheslav Grizaj, Serafim Bocharov, Genadij Olimpiuk, Vladimir Veltman, Malkhaz Datukishvili, Konstantin Kosarevskij, Alexander Bondarenko, Vitalij Manuilov, Natalia Maximova.
La mostra, articolata in sei sezioni, copre un periodo che va dal 1898, quando nasce la rivista di Djagilev «Mondo dell’arte», al 1922, anno della costituzione dell’URSS. La mostra privilegia le arti figurative, con dipinti, tra gli altri, di Kandinskij, Malevic, Larionov, Goncarova, ma anche manifesti politici e oggetti di arte applicata. Sono opere che provengono da prestigiose istituzioni museali moscovite (Galleria Tret’jakov, Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare, Museo statale di storia contemporanea della Russia), ma anche dal Fondo Alberto Sandretti della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. È grazie al ricorso a una sofisticata multimedialità che l’esposizione riesce a fare dialogare immagini, testi, voci e suoni di un momento storico straordinario.
Il volume è l’omaggio di Cesare Gerolimetto, fotografo di fama internazionale, alla sua città di origine, Bassano del Grappa.
Un libro, dall’originale confezione, che descrive una città intrisa di storia, di bellezze architettoniche, paesaggistiche e naturali.
Uno sguardo tra vie, chiese e palazzi, si innalza a volo d’uccello abbracciando il fiume che attraversa la città, e si allontana dal centro urbano, uscendo dalle mura cittadine e spaziando fino ai dintorni popolati dalle meravigliose ville venete.
Il filone dedicato all’architettura contemporanea della collana “Guide Intesa Sanpaolo” suggerisce un esame sui processi di trasformazione delle città. Il grattacieloIntesa Sanpaolo di Torino ne è un esempio fortemente simbolico perché, integrando architettura e territorio, raccoglie l’eredità di una intera comunità e del paesaggio che è stato costruito nei secoli.
Tra innovazione tecnologica, trasparenza e leggerezza, il grattacielo traduce la poetica progettuale di Renzo Piano e indica la via per un uso parsimonioso ed efficace delle risorse energetiche.
In equilibrio tra tecnologia e arte, tra le chiese di Guarini e le architetture di Antonelli, l’edificio arricchisce il profilo della Città, tra pianura, colline e montagne e ne interpreta il ruolo di cerniera, tra l’Italia e l’Europa.
This guide introduces a new contemporary architecture series exploring urban transformation processes. In this respect, the Intesa Sanpaolo skyscraper in Turin is a highly representative building — by integrating architecture and territory it acknowledges the identity of an entire community and of the landscape that has developed around it over the centuries. The skyscraper translates Renzo Piano’s vision and through its combination of technological innovation, transparency, and lightness, it points towards a sustainable and effective use of energetic resources. The Intesa Sanpaolo skyscraper’s balanced dialogue with the territory — where technology, art, Guarini’s churches, and Antonelli’s architectures meet plains, hills, and mountains — adds a further dimension to its skyline, interpreting Turin as one of the cities where Italy connects to Europe.
Il ponderoso volume, ampiamente illustrato, nasce dalla volontà di proporre al pubblico un’indagine esaustiva sull’antico complesso di San Vito e Santa Lucia che sorge nel cuore della città di Treviso e recentemente restaurato.
Il volume si apre con la storia e genesi del complesso religioso, comprensiva della ricostruzione grafica delle varie fasi costruttive e del contesto dell’insediamento antico; i saggi di diversi autori si soffermano poi dettagliatamente sulla descrizione degli affreschi medievali e delle altre opere d’arte. Il volume si chiude con un’ampia parte dedicata ai recenti e importanti interventi conservativi con relative schede tecniche di restauro.
Testi di: Andrea Bellieni, Stefania Bonato, Marianna Bressan, Fabio Coracin, Maria Sole Crespi, Alessia De Piccoli, Gabriella Delfini, Maria E. Gerhardinger, Sara Malgaretto, Michele Potocnik, Cristina Sangati, Cleonice Vecchione, Mara Zanato.
Il volume presenta al pubblico la recentissima donazione di Guido Strazza alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia. Un corpus di 48 opere (disegni, bozzetti, incisioni e tele) ispirate alle magnifiche decorazioni pavimentali dei Cosmati, realizzate da diverse botteghe di marmorari, scultori, architetti, attivi dall’XI al XIII secolo e opernati a Roma, nel Lazio meridionale e in particolare nell’abbazia di Montecassino.
In mostra e nel catalogo le opere di Strazza dialogano con i pezzi della collezione Franchetti conservati nello splendido palazzo veneziano.
Testi di Giuseppe Appella, Barbara Biciocchi, Claudia Cremonini, Luca Del Prete, Daniele Ferrara, Anna Granzotto, Camilla Longari, Gilberto Marconi, Francesca Saccardo, Guido Strazza, Istituto Veneto Beni Culturali