La rivista “Campo Grafico” ha rappresentato un caso unico nel panorama della tipografia italiana del XX secolo, sia per modalità di produzione e pubblicazione che per le teorie di cui si è fatta promotrice. Attiva tra 1933 e 1939, questa “Rivista di tecnica e di estetica grafica” era legata a un nuovo modello di tipografia, vicino alle avanguardie artistiche italiane ed europee; i 66 numeri pubblicati si distinguono per le copertine sempre diverse, per gli articoli firmati sia da personalità di rilievo (Bruno Munari, Guido Modiano) che da stampatori e tecnici spesso rimasti nell’anonimato, per l’utilizzo di combinazioni innovative tra tipografia, fotografia e pittura. Obiettivo dei fondatori di “Campo Grafico”, detti campisti, era portare agli addetti dell’arte tipografica un’idea delle nuove possibilità dell’arte grafica, divulgandone le continue mutabilità di tendenze e di mezzi e mettendo in risalto l’utilizzo quotidiano, non aristocratico, della stampa.
“Quaderni di cultura tipografica” è la nuova collana editoriale di Tipoteca, ideata per approfondire il patrimonio archivistico del museo. Ogni numero racconterà le vicende di uomini, tipografie e strumenti del mestiere.
Ogni giorno in tutto il mondo sulle tastiere dei computer si digitano milioni di parole e caratteri: un gesto, per noi divenuto così familiare, in realtà è il culmine di un cammino che inizia ancora prima dell’invenzione della scrittura.
Questo breve saggio, adatto soprattutto agli studenti, illustra con parole semplici e immagini significative alcuni dei fondamentali passaggi dei materiali e delle tecinche, che hanno reso possibile la diffusione della cultura scritta e la comunicazione su scala globale dei testi.
Questo breve saggio di Sven-Ingvar Andersson prende avvio da una riflessione sul giardino della casa estiva dell’autore – popolato da “animali vegetali”, siepi e cespugli di biancospino potati a forma di galline e pulcini giganti – per giungere a una dissertazione sull’architettura, sull’interior design e sulla progettazione in senso più ampio. Marnas, al centro di questa lettera dal pollaio, è il nome del luogo del giardino e della casa estiva di Sven-Ingvar Andersson, nel sud della Svezia; il luogo è un punto di riferimento e di un’espressione magistrale dell’interazione tra pratica e poetica del fare paesaggio. Il testo originale di Andersson, Brev fra min hønsegård, è stato pubblicato per la prima volta nella rivista «Arkitekten» nel 1967.
Il catalogo raccoglie oltre 200 opere dell’artista Mariapia Fanna Roncoroni, realizzate dal 1948 al 2018: lavori conosciuti e pezzi inediti, che generano un percorso che dai disegni degli esordi giunge, attraverso le sculture in terracotta, in legno, in ferro e iuta, in finta pelliccia, in bronzo, alle costruzioni strutturaliste e concettuali, fino ai Libri Muti degli anni più recenti.
Al catalogo delle opere, seguono alcuni capitoli di approfondimento, come Mail Art, Libro d’Artista e Muta Protesta.
Catalogo della mostra
Treviso, Museo Luigi Bailo – Casa Robegan
24 gennaio – 8 marzo 2020
Nel 1953 il Museo inaugura con la grande “Mostra della Scienza e Tecnica di Leonardo da Vinci”, presto trasformata in esposizione permanente. Oggi le Gallerie presentano la figura e l’opera di Leonardo come ingegnere e umanista del suo tempo per scoprire i tratti realmente unici e innovativi del suo pensiero che ancora oggi possono ispirarci: l’attenta osservazione della natura, il disegno come strumento di comprensione e comunicazione, la capacità di collegare idee in modo flessibile e trasversale. Questa guida segue il percorso di visita articolato nei diversi campi di studio, ricerca e applicazione cui si dedica Leonardo.
Nella tragedia dell’occupazione nazista a Gorizia, la sorella maggiore di Carlo Michelstaedter, il filosofo morto suicida a ventitré anni, mette in salvo i libri della famiglia e del venerato fratello. I libri si salvano ma la sorella Elda, con la madre, vengono deportate ad Auschwitz. Gli anni passano e di quella biblioteca nessuna carta si è salvata, si pensa. Poi nel 2018 riemerge la memoria e miracolosamente si ritrovano sia i libri sia un elenco. La resistenza della carta ha vinto i soprusi della storia. E questo libro parla di quei libri che hanno ora un volto.
I bravi padroni di casa, in questo caso osti e ristoratori, li riconosci subito: capaci di accogliere e accompagnare l’ospite lungo un viaggio sensoriale alla scoperta di un territorio specifico, conoscono ogni ingrediente che finisce nel piatto, sanno comunicare senza finzioni, raccontando storie e parlando la lingua di ogni ingrediente; riescono a imbastire relazioni con tutti i clienti, permettendo a ciascuno di trovare il proprio spazio e di sentirsi ben voluti. È questo il senso profondo del convivio, di quel saper vivere insieme che non sempre riesce facile nella frenetica vita
quotidiana. Le storie di questi uomini e donne sono esempio sia per chi vuole intraprendere carriera nel mondo della ristorazione, sia per chiunque abbia a cuore l’umana bellezza che nasce dall’incontro e dalla condivisone di qualcosa di autentico, a tavola.
Il catalogo indaga due dipinti: il Martirio di Sant’Orsola di Francesco Maffei e l’Apparizione del Bambino a Sant’Antonio con Santa Cecilia di Giulio Carpioni, trafugati nel lontano 1984 dal piccolo oratorio in contrà Santa Caterina a Vicenza, dove decoravano gli altari laterali, e ritrovati nel 2013.
La sfortunata vicenda e il ritrovato splendore delle due opere è il pretesto per un’indagine a tutto tondo su due notevoli opere di due eccellenti protagonisti dell’arte veneta del Seicento.
Il catalogo, ampiamente illsutrato, contiente contributi di Fabrizio Magani, Francesco Gasparini, Manuela Mantiero, Chiara Rigoni, Luca Fabbri, Chiara Scardellato, Florindo Romano, Elisabetta Fedeli, Guglielmo Stangherlin.
Il volume sulla venezianità in area opitergina, riccamente illustrato, intende mettere in luce l’arte e la cultura che, il legame originario con la terra e la devozione degli abitanti, hanno prodotto. Tale consapevolezza ci porta a ricostruire e conoscere la dimensione storica dei luoghi, attraverso la pubblicazione di documenti d’archivio del tutto inediti.
Nel volume vengono descritti e adeguatamente illustrati i molti spazi urbani monumentali, le numerose ville che disseminano il territorio opitergino con i loro affreschi e le loro opere d’arte, le chiese e gli oratori, i giardini e i parchi, che danno prestigio e bellezza al territorio, testimonianza che gli artisti, gli intellettuali e i nobili veneti hanno contribuito al rinascimento del clima culturale veneziano.
Questo volume, che si caratterizza per un impatto visivo straordinario, alle sezioni di fotografie e di infografiche, alterna testi curati nei contenuti, documenti, finestre storiche e contributi d’autore; non si limita a narrare la storia del vino, la nascita e le attività del Consorzio di Tutela, ma lascia aperta la narrazione attraverso 50 capitoli che descrivono un territorio, una realtà paesaggistica, culturale e artistica cui recentemente è stato conferito il titolo di Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Tale percorso narrativo diventa perciò una vera e propria opportunità di conoscenza e arricchimento, poiché permette di raccontare il vino, vero e proprio patrimonio universale, approfondendone 50 peculiarità differenti.
Prefazione di Luciano Ferraro, caporedattore del “Corriere della Sera” e critico enologico.