Il Catalogo ragionato delle opere di Ettore Tito (1859-1941) è frutto di un lavoro di ricerca diretto nel corso dell’ultimo quinquennio da Angelo Enrico e Francesco Luigi Maspes. Il progetto, finalizzato a un approfondimento della produzione del pittore di origini campane ma veneto d’adozione, segue il lungo percorso artistico di Tito, attraverso un arco cronologico che dai primi saggi, eseguiti durante il periodo di formazione
presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, giunge fino al termine della sua attività, interrotta dalla morte nel 1941.
Il catalogo, presentato da Fernando Mazzocca e corredato daapparati tecnici e da una biografia a cura di Silvia Capponi, si avvale della collaborazione di Anna Mazzanti e Paul Nicholls, i cui saggi consentono di approfondire e mettere in relazione la figura di Ettore Tito rispetto al vivace panorama artistico italiano e internazionale dell’epoca.
Agenda Perpetua è un progetto di Silvana Amato in occasione dei primi 25 anni di Tipoteca Italiana. Un omaggio al valore della “scrittura” nel significato più ampio e inclusivo. L’Agenda edita da Antiga Edizioni, è stampata da Grafiche Antiga.
Per la designer «scrivere il tempo, dargli sempre forme nuove, è ogni volta un processo affascinante. Progettare calendari, o, come in questo caso un’agenda perpetua, significa confrontarsi perlopiù con scrittura in forma numeri che però sappiamo bene corrispondere a un prossimo futuro di giorni in sequenza. Cifre astratte che mettono il tempo in fila, come per guidarci nelle nostre concrete giornate a venire».
Silvana Amato è partita proprio dal valore dei segni convenzionali, i numeri, che danno forma visibile e sensibile allo scandire dei giorni. Il merito del progetto sta nel coinvolgimento di designer da tutto il mondo, che progettano i caratteri tipografici: a ognuno di loro è dedicata una doppia pagina dell’Agenda. In questo modo, «l’agenda perpetua si trasforma in un ricco campionario di caratteri contemporanei, componendo una mappatura del disegno digitale degli alfabeti attraverso la quale poter viaggiare per tutto l’anno».
Il progetto è internazionale e coinvolge da uno studio indipendente in Islanda alla più grande fonderia francese, dalle realtà di Istanbul a quelle di Tokyo e ancora da Berlino alla Nuova Zelanda senza naturalmente tralasciare la fertilissima Londra.
Dino Formaggio praticò l’attività dell’insegnamento con la stessa passione con cui si dedicava alla creazione artistica, nella quale coltivava le proprie doti naturali in opere riflesso della sua sensibilità e di una forte necessità espressiva. Nell’insegnamento egli riusciva a comunicare il frutto della sua ricerca filosofica, condotta con rigore e aperta ai molteplici campi delle Scienze Umane, in un percorso che lo vide negli ultimi anni approfondire i più avanzati sviluppi delle Scienze Psicoanalitiche e Fisiche. Ne emerge una personalità di studioso forte, ricca e complessa.
In occasione del centenario della nascita di Dino Formaggio (Milano, 28 luglio 1914) il Comune di Teolo ha voluto celebrare nell’autunno del 2014 il suo per molti anni concittadino con una mostra nel Museo di Arte contemporanea a lui intitolato e locato nel Comune Euganeo, sorto nel 1993 grazie alla donazione di opere di suoi amici artisti.
In questa pubblicazione si raccolgono i contributi offerti nelle tre giornate di studio da colleghi che con lui hanno operato e che, in parte, sono stati suoi allievi. Testi preziosi che illuminano e rimandano come un prisma il pensiero di Dino Formaggio e il suo sonodarsi in decenni di studio e riflessione.
Contributi di Massimo Cacciari, Elio Franzini, Sergio Giorato, Vincenzo Milanesi, Giangiorgio Pasqualotto, Andrea Pinotti, Gabriele Scaramuzza, Giorgio Tinazzi, Stefano Zecchi.
La Secessione viennese, con l’intento di promuovere un rinnovamento tanto estetico quanto etico, annulla ogni gerarchia tra le arti mirando a una loro integrazione armonica in un Gesamtkunstwerk, un’opera d’arte globale in cui l’intero sia superiore alla somma delle parti e il risultato rasenti la perfezione. Che si tratti di uno spazio urbano o di un interno domestico, dell’allestimento di una mostra o delle pagine di un libro, non c’è macro o microcosmo che non sia interessato dalla sperimentazione.
Il volume Vienna 1900. Grafica e Design racconta alcuni degli aspetti più interessanti dell’attività del movimento e dei canali di diffusione del verbo secessionista. Dai gioielli editoriali, in primis la rivista ufficiale “Ver Sacrum”, al ruolo delle istituzioni scolastiche nella formazione di artisti-artigiani per arrivare a singole vicende individuali di protagonisti più e meno noti di una delle stagioni più luminose della storia dell’arte sullo sfondo del crepuscolo dorato della finis Austriae.
Al mondo esistono centinaia, forse migliaia di diete diverse. Alcune per un po’ funzionano, molte sono strampalate, quasi tutte prima o poi finiscono. E poi, che si fa?
Perdere peso sembra una corsa ad ostacoli, disseminata di sacrifici e tentazioni. Le buone intenzioni prima o poi svaniscono, lasciando il passo alla frustrazione, mentre i chili persi vengono presto recuperati con gli interessi.
Un corpo felice dimagrisce è un libro che racconta in prima persona la difficoltà di molti pazienti nel ritrovare un equilibrio con se stessi, a partire dall’alimentazione.
È un modo nuovo di intendere la nutrizione, una narrazione fresca e leggera che poggia su solide basi biologiche: mangiare sano non è il mezzo per raggiungere la felicità, ma il fine a cui dovremmo mirare, a partire dal nostro equilibrio psicofisico.
Questo libro descrive e tratteggia il singolare percorso di impegno sociale e civile di Caterina (Rina) Biz, una delle personalità più interessanti dell’economia sociale nel Veneto della seconda metà del Novecento. Figlia di mezzadri, dopo aver lasciato il lavoro nella filanda di Orsago diviene prima un punto di riferimento nel patronato Acli di Conegliano, poi dirigente provinciale e nazionale dell’associazione cristiana
dei lavoratori. Non paga, costituisce infine una delle prime cooperative di lavoratori del Veneto che raggiunge dimensioni economiche significative.
Nel suo percorso incrocia personalità come il vescovo Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I, e Livio Labor, a lungo presidente nazionale delle Acli. Elabora con anticipo sui tempi le principali questioni legate al lavoro e all’evoluzione della società italiana: dalle battaglie per la piccola proprietà contadina all’emancipazione femminile, dal modello cooperativo alla formazione di una classe dirigente.
Percorrendo la vita della protagonista, il libro racconta anche il cammino del Veneto, passato da una estrema povertà a un diffuso benessere.
Luciano Buso propone un nuovo metodo di studio e un nuovo approccio all’opera d’arte. Osservando da vicino i dipinti, l’autore rileva come essi celino immagini e scritte poco visibili a occhio disattento. Le ricerche condotte sui principali maestri delle più svariate epoche hanno condotto lo studioso a ritenere che gli artisti abbiano celato, nel magma dei colori, scritte e sorprendenti figure. Elementi che ci consentono oggi di comprendere nel profondo le opere d’arte e i loro autori, vere e proprie firme autografe che eliminano i dubbi che ancora ci assillano davanti a dipinti poco documentati storicamente o con attribuzioni incerte. Questo innovativo approccio all’opera d’arte contribuisce ora nell’esame ulteriore della Gioconda di Leonardo Da Vinci.
Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso di dedicare la trentunesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino a un luogo dell’Asia Minore che emerge dalla lunga vicenda storica e geografica della Cappadocia:due valli contigue scavate nella roccia vulcanica, la Valle delle Rose e la Valle Rossa, in lingua turca Güllüdere e Kızılçukur. Questa regione si estende con i suoi altipiani nel cuore della penisola anatolica, da sempre ponte di culture diverse. Il suolo è arido, scavato dall’acqua e dal vento, il clima difficile: uno scenario naturale che ha vissuto l’arrivo dei primi cristiani e, poi, il diffondersi della cultura bizantina, con insediamenti eremitici e monastici, chiese e santuari. A questa storia corrispondono spazi sorprendenti, edifici ricchi di dipinti, stalle, abitazioni rurali, cisterne, apiari e piccionaie, che continuano a comporre le tessere di un paesaggio coltivato straordinario. Nonostante i segni dell’abbandono dei paesaggi tradizionali e i nuovi usi del turismo di massa, queste valli rappresentano oggi la misura e il significato di luogo che è memoria di un’antica civiltà dell’abitare in equilibrio tra natura e cultura, e il cui valore travalica ogni confine nazionale.
Nelle terre tanto amate da Mario Rigoni Stern e da Ermanno Olmi, ad Asiago, Salvatore Giannella – giornalista e scrittore – conduce ricercatori e divulgatori scientifici, glaciologi, climatologi, fotografi e scrittori a una profonda riflessione sul cambiamento climatico e le sue conseguenze, dall’Amazzonia ai boschi del Nord Est d’Italia. La febbre del nostro pianeta sta salendo sempre più e l’emergenza climatica diventa anche economica e sanitaria. Che fare? E con quali tempi? Il libro “Terra ultima chiamata”, contiene gli atti del convegno “Mai più l’ambiente preso in giro”, organizzato dall’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” ed è dedicato al “Global Warming Potential” sostenuto da Touring Club italiano, il Fondo Ambiente Italiano (F.A.I.) e il Club Alpino (C.A.I.). L’obiettivo è di informare e sensibilizzare le giovani generazioni sulla gravità dell’emergenza planetaria legata ai cambiamenti cimatici.
Questo volume è una vera e propria dedica narrativa e iconografica al Polesine, lingua di terra veneta tra Adige e Po, un luogo che è rappresentato dal Delta e dai suoi piccoli borghi, dove l’acqua è la sua forza e regala il suo fascino. Le storie che si raccontano parlano di equilibri paesaggistici di rara bellezza, ma soprattutto di uomini che hanno saputo – e voluto con forte determinazione e ambizione – dare un’impronta culturale e ambientale creando una forte identità territoriale. La grande alluvione dal Po del novembre 1951, il lungo periodo (1951-1971) in cui la provincia di Rovigo subì ben altre sedici alluvioni e i tanti polesani che si spostarono in altri territori, lombardi e piemontesi, crearono una crepa profonda nell’ecosistema sociale ed economica dell’area. La risposta straordinaria che si impone oggi la Regione Venetoè di dare valore al prezioso Delta, che grazie alla sua posizione geografica strategica rinasce e cresce con luce propria.