Nel secolo VI a.C. il geografo e filosofo greco Anassimandro di Mileto fu deriso quando per primo realizzò la figura della terra con un cerchio − una sorprendente traduzione geometrica e simbolica dell’ecumene, la terra abitata dall’uomo − adottando un punto di vista irriverente, ai limiti del sacrilego, dall’alto, dove la divinità osserva il mondo. Disegnare il mondo significa comprenderlo, contenerlo, dargli forma, e allo stesso tempo testimonia la consapevolezza e il desiderio umano di vederlo, interpretarlo, progettarlo, sistemarlo, per tentare di capire il rapporto tra uomo e luoghi abitati, in sostanza l’essenza del termine geografia. Rappresentare il mondo significa inoltre provare a metterlo in ordine, proporzionalmente e geometricamente, in scala, e creare un dispositivo artificiale che permetta di accostarsi con meno timore a esso, al fine di assorbire e attenuare il disordine immanente del reale.
Diviso in tre sezioni (Non plus ultra, Plus ultra e Theatrum orbis terrarum), questo volume, con il suo ricco apparato di illustrazioni, considera i mappamondi di ogni epoca e provenienza come espressioni di convenzioni sociali, che hanno imposto confini, decretato l’orientamento a sud, a nord, o a est, reificato i concetti astratti di potenza e dominio, rivendicato con veemenza il proprio posto nel mondo o veicolato intense emozioni di fragilità e bellezza. Dalle mappae mundi ospitate nei libri di preghiere del secolo XIII alle straordinarie costruzioni cartografiche che dibattono e progettano il mondo dei commerci oceanici nei secoli delle scoperte geografiche, dai tappeti geografici contemporanei alla mercatoriana mappa del mondo di Google, queste pagine offrono l’opportunità di riflettere sulle dinamiche di costruzione dell’immagine del mondo, con la quale quotidianamente ci confrontiamo, per riscoprire gli archetipi che di volta in volta hanno mutato il nostro posto fino a farlo divenire incerto e instabile: dal centro alla periferia, dal rassicurante e convenzionale Nord ai margini di quel cerchio che in modo così irriverente e audace Anassimandro di Mileto per primo disegnò.
Indice del volume
Prefazione, di Joan Nogué
Introduzione, di Massimo Rossi
Non plus ultra
Memorizzare la geografia del mondo; Peregrinatio in stabilitate; La “Tabula Peutingeriana”;
La “Geographia” di Tolomeo; La “Mappa mundi” di al-Idrīsī; Le carte nautiche; “Carta nautica del Mediterraneo orientale, del Mar Nero e del Mar d’Azov”; Le mappae mundi di Pietro Vesconte nelle opere di Marin Sanudo e Paolino Veneto; La “Mapa mondi” o “Atlas catalan”; “Vera cosmographorum cum marino accordata descricio” e “Mappamondo catalano-estense”; Il “Mappamondo di Fra Mauro”; “Kangnido”: l’Occidente visto dall’Oriente
Plus ultra
Non plus ultra/ Plus ultra; La predizione di Andronica; La “Carta universal” di Juan de la Cosa; Martin Waldseemüller e l’invenzione dell’America; Il “Planisfero Oliveriano”; La rappresentazione delle nuove realtà geografiche; Il “PlanisferoCastiglioni”; Il primo viaggio intorno al mondo; Venezia e le scoperte geografiche
Theatrum orbis terrarum
Contemplare il teatro del mondo; “Nova et aucta orbis terrae descriptio ad usum navigantium emendate accomodate”; Il planisfero di Matteo Ricci e le influenze nella tradizione cartografica cinese; Il “Mappamondo” di Antonio Zatta; Dall’atlante di Ortelio alla proiezione di Peters; Il planisfero di Google Earth; Il mondo capovolto e la cartografia tematica
Il collezionista di geografie
Intervista a Luciano Benetton
Conclusioni
Mind the map! Drawing the world from the 11th to the 21st century
Traduzione inglese di tutti i testi
Bibliografia / Bibliography
Referenze sulle illustrazioni / Illustration references
Ringraziamenti / Acknowledgements