Il secondo volume che Fondazione Benetton e Antiga Edizioni hanno messo liberamente a disposizione sul web è Esiste – insomma – il giardino? di Lionello Puppi, Fondazione Benetton Studi Ricerche–Antiga, Treviso 2019 (collana Memorie/serie Minima).
Lo potete scaricare in formato pdf dal sito della Fondazione, e/o consultare in pdf sfogliabile nel sito del coeditore.
Il libro è stato pubblicato in occasione dell’incontro pubblico dedicato dalla Fondazione Benetton a Lionello Puppi (1931-2018), organizzato nel febbraio 2019.
Il testo, tratto dalla sua conferenza conclusiva delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio Il giardino, nel nostro tempo, nel nostro mondo (2004), è introdotto da Carmen Añón e accompagnato da disegni di Sven-Ingvar Andersson.
A partire da oggi, per tre lunedì consecutivi, Fondazione Benetton Studi Ricerche e Antiga Edizioni metteranno liberamente a disposizione sul web tre delle loro pubblicazioni.
Il primo volume è Piccolo lessico della diversità, a cura di Marco Aime e Davide Papotti, Fondazione Benetton Studi Ricerche – Antiga, Treviso 2018.
La parola “diversità” è un concetto-chiave della contemporaneità, su cui undici autori riflettono partendo dalle diverse accezioni (sociale, culturale, economica, linguistica…) del lemma.
Per scaricare gratuitamente il libro in formato ebook, clicca qui:
☛ https://www.antigaedizioni.it/…/piccolo-lessico-della-dive…/
https://www.antigaedizioni.it/prodotto-it/100-sguardi-sul-veneto-2/
Più che un volume di pregio sul Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è un lascito di cultura e di saper fare per le prossime generazioni. «In queste colline è nato il successo del Prosecco, ora Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, e quello che “dice” questo libro è che il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore ha un’interazione strettissima con la cultura del territorio». Sono le parole di Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, quasi una sua seconda prefazione (la prima la trovate nel volume) di Là dove si coltiva la vite, ad hoc per Spirito diVino. «Così sono nati i 50 capitoli, 50 messaggi, 50 racconti frutto del coinvolgimento di persone, figure, esperti, ricercatori del territorio che meglio di tutti riescono a raccontare concretamente questa storia», continua Nardi. Si tratta di un’opera di pregio di grande formato, realizzata da Antiga Edizioni: «L’idea è partita con il 50º che è stato lo scorso anno», continua il presidente. «Nel 2018 abbiamo iniziato a elaborare tutti gli obiettivi per celebrare i 50 anni, una gestazione dunque che è durata due anni: il libro voleva essere l’elemento di chiusura delle celebrazioni del cinquantesimo. Volevamo anche che l’ultimo capitolo fosse dedicato al riconoscimento dell’Unesco, che ha un valore enorme per questo territorio, la premessa per raccontare i prossimi 50 anni. Quindi il libro è stato il primo passo, il secondo passo spetterà alle prossime generazioni per i prossimi 50 anni». Le 300 pagine, caratterizzate anche da un’accurata scelta fotografica, analizzano le diverse chiavi e i molteplici fattori che hanno portato al successo di questo vino: «Abbiamo raccontato il territorio per arrivare a comunicare il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore come prodotto culturale», spiega Nardi. «È una piccola zona, 15 comuni, sempre considerata marginale da quelle che possono essere gli sviluppi industriali, e ha investito grazie alla vocazione delle proprie colline sulla Glera. Il Prosecco è legato a un successo italiano: chiaro che le colline della situazione contingente, che non è banale, io vedo un futuro positivo e du-raturo legato a una comunicazione che poggia su elementi forti, veri, autentici, unici nel suo genere. Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è la denominazione di un prodotto che non è frutto di una campagna di marketing o di qualche situazione che ne ha permesso il successo, ma è frutto dell’insieme di tre fattori: la vocazione di un territorio e la sua qualità; la storia, che non si improvvisa; il saper fare della gente. Qui c’è una cultura improntata nell’interpretare la Glera, ossia il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore». Un vino, va aggiunto, da un vitigno autoctono come la Glera apprezzato nel mondo: «La denominazione destina all’export circa il 38-40%, siamo comunque un prodotto con radici forti in Italia perché ci sceglie chi sa e riconosce Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore da altre denominazioni. Il nostro compito è quello di far conoscere le differenze nel mondo e fare sistema: tenga presente che l’azienda che ha la quota maggiore di vendite all’interno del consorzio ha il 7,5-7,7% del totale. Quindi chiediamo che il sistema Italia, inteso come governo e istituzioni, metta insieme eccellenze come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e le promuova nel mondo soprattutto in una logica di far percepire un sistema-Paese Italia improntato all’alta qualità. Nel mondo del vino», conclude il presidente, «c’è sempre questa comparazione tra Francia, che equivale a valore, e Italia (quantità), credo che la logica sia quella di prendere delle eccellenze e di promuoverle in maniera adeguata in modo che ne tragga beneficio in termini di va-lore. Noi come Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg lo scorso anno abbiamo prodotto oltre 92 milioni di bottiglie: siamo piccoli rispetto alla grande denominazione Prosecco Doc ma comunque siamo la terza denominazione in Italia dopo Prosecco Doc e Pinot grigio delle Venezie. Auspichiamo che il consumatore internazionale capisca che ci sia una denominazione con alto valore aggiunto, una qualità eccezionale e una storia che rappresenta un prodotto della cultura del made in Italy». Ecco perché è in corso la versione in inglese.
Enzo Rizzo, in “Spirito diVino”, aprile-maggio 2020