Ville Venete, un patrimonio artistico da valorizzare e da mettere in rete

07.01.2014

Non una semplice strenna bensì un ulteriore tassello dell’organica strategia di marketing territoriale che punta a favorire lo sviluppo economico del territorio potenziando il settore del turismo culturale ed enogastronomico. Questo è il significato della nuova iniziativa editoriale promossa da FriulAdria sulle ville venete curata dal professor Giuseppe Barbieri dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e realizzata dalla casa editrice veneta Terra Ferma. Il volume “Ville Venete, un nuovo sguardo” è stato presentato in una delle più belle e significative antiche dimore nobiliari: Villa Tiepolo Passi a Carbonera di Treviso. Seconda tappa della collana “Comune e Diverso”, il libro ripercorre la riscoperta internazionale, avvenuta nel corso del ’900, di uno dei patrimoni culturali più compatti e consistenti (quasi 4.000 edifici): dagli studi storico-architettonici alle campagne per favorire la conservazione e la tutela delle ville all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, dalla leggendaria mostra organizzata a Treviso da Giuseppe Mazzotti nel 1952 alle prospettive di fruizione che sono rese disponibili dalle moderne tecnologie informatiche e multimediali. La collana “Comune e Diverso” è stata avviata l’anno scorso da FriulAdria con lo studio sul Pordenone, uno dei maggiori artisti del Rinascimento, considerato nella sua funzione di icona identitaria capace di sintetizzare le diverse anime e le peculiarità del territorio pordenonese. La visione riproposta nel volume “Ville Venete, un nuovo sguardo” prevede l’impiego delle moderne tecnologie multimediali nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, in coerenza con l’impegno decennale di FriulAdria in tale ambito. “Come si può constatare – osserva il presidente di FriulAdria Antonio Scardaccio nell’introduzione – la «civiltà delle ville venete» può essere ancora oggi prodiga di indicazioni. Ci fornisce un metodo: uno sguardo innovativo, l’apertura a una sempre rinnovata modernità, il non accontentarsi di una soluzione pur convincente, l’importanza della comunicazione, ossia gli strumenti con cui, almeno in questo ambito, è stata superata cinque secoli fa una difficile congiuntura di crisi”. ( … ) “Una delle caratteristiche salienti del sistema delle ville venete mi sembra infatti il suo essere – e l’opinione è autorevolmente condivisa da molti studiosi – un «patrimonio culturale in rete». Si tratta di una rete concreta, reale, che coincide con le maglie del nostro territorio, con antiche e più recenti vie di comunicazione (si pensi per esempio alla Riviera del Brenta, o alla Pedemontana), che ha dato vita a insediamenti più diffusi, che caratterizza con segni preziosi una serie di compartimenti produttivi. Per omogeneità e consistenza, ed escludendo naturalmente gli edifici religiosi ovunque diffusi, si tratta molto probabilmente del più consistente e connotativo aspetto del nostro patrimonio storico-artistico. Questa rete concreta ha certamente bisogno di essere sempre meglio raccordata a una Rete più vasta, che coincide con l’intero pianeta. Ha bisogno di nuove forme di comunicazione che valorizzino una serie di itinerari possibili e allo stesso tempo prospettino anche itinerari virtuali per successive esplorazioni”. ( … )

(Il Popolo, 22 dicembre 2013)