Venezia e Pordenone firmano Photoinscena
Il teatro Verdi si apre alla fotografia internazionale. ltalo Zannier curerà le tre mostre. Graphistudio la multimedialità
A pochi giorni dall’apertura della nuova stagione, il Teatro Verdi di Pordenone mette in campo un altro ambizioso e innovativo progetto che lo proietta su un palcoscenico di prestigio internazionale. Si tratta di Photoinscena, firmato dal maestro della fotografia italiana, Italo Zannier, con la partnership dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e la collaborazione della Graphistudio, colosso mondiale dell’editoria digitale affiancati, nel ruolo di partner tecnico, da Terra Ferma, casa editrice vicentina. Presentato ieri a Ca’ Foscari, Photoinscena apre una inedita quanto prolifica finestra sulla stretta relazione fra teatro e rappresentazione fotografica già questo venerdì con la mostra Low Tone di Vasco Ascolini allestita nel foyer del teatro Verdi. Se il presidente del teatro Giovanni Lessio ha richiamato l’intenzione di aprire il teatro pordenonese ai vari mondi legati all’arte dello spettacolo, il rilievo scientifico e didattico dell’iniziativa è stato messo in evidenza dal prorettore Silvia Burini e dal direttore della Scuola dottorale inter-ateneo, Giuseppe Barbieri.
Il progetto artistico – si diceva – è firmato da Italo Zannier, convinto sostenitore che non ci sia in effetti una netta separazione tra teatro e fotografia, «perché il fotografo mette le cose in un certo ordine, e componendo così l’immagine in realtà fa teatro». Si spiega così la spinta a scegliere Vasco Ascolini, presente ieri a Ca’ Foscari, come primo protagonista. Antesignano della fotografia teatrale, Ascolini rappresenta l’intuizione e il sacrificio, la passione e la sofferta abnegazione che ha significato fotografare il teatro in un periodo, sono gli anni ’60, quando per tutti era impensabile. Lo ricorda bene lo stesso Ascolini, commosso per l’inziativa pordenonese, descrivendo con emozione «la fatica dei primi anni, lo studio meticoloso delle opere e dei personaggi, gli scatti rubati, la fuga – sorride imbarazzato – rincorso dalla moglie nuda di Carmelo Bene».
«Nel futuro di “Photoinscena” – precisa ancora Zannier – ci sono altre due mostre che intrecciano in una sorta di sequenzialità i vari ambiti che si legano alla fotografia della scena. Se Low Tone, con le foto in bianco e nero dai toni muti cupi e profondi di Ascolini, si lega idealmente alle imminenti Giornate del cinema muto, il progetto si svilupperà più avanti in uno spettacolo ispirato e alla figura del pittore veneziano Vincenzo Giacomelli, con le foto confluite nell’archivio Alinari provenienti da quello dei Savoia, e ancora con un evento che intreccia teatro, scultura e fotografia con le opere di Domenico e Alberto Mastroianni. Radici di una multimedialità che ha segnato generazioni di fotografi.
Multimedialità richiamata anche dal partner Graphistudio, presente a Venezia con Dario Righetto, realtà del pordenonese legata all’eccellenza mondiale, nel campo della fotografia, che ha voluto partecipare al progetto dei Verdi «per risvegliare la passione e la luce negli occhi dei propri clienti, fotografi di tutto il mondo, sovraccaricati dalle logiche del mercato».
Che si concluda tutto così? «Pare proprio di no – aggiunge in chiusura ancora Lessio –: guardiamo con interesse al 2014 anno del turismo Italia-Russia, per intercettare e agganciare il flusso di interessi di quest’area geografica che può essere attratto dall’eccellenza del territorio pordenonese».
Gabriele Giuga
(Messaggero Veneto, 25 settembre 2013)