Promesse di libertà / Promises of freedom

26.06.2012

[ArteIn, International Art Magazine]

Realistico e antinaturalistico, il lavoro di Saverio Barbaro (Venezia, 1924) continua ancora ad affascinare, a 62 anni di distanza dall’esordio alla Biennale veneziana del 1950. Se l’arte ha il potere di evocare, quando non è mera imitazione del mondo, quando non è solo rinvio alla cosa naturale rappresentata, quando è piuttosto necessità di creare una scena dove niente di ciò che è rappresentato è arbitrario, si può comprendere la fascinazione, la forza ipnotica dei suoi lavori. E se è vero che "parlare poeticamente del mondo significa quasi tacere" (Merleau-Ponty), nelle tele di Saverio Barbaro, financo nei disegni e nelle opere di scultura, il silenzio si fa così denso e arioso, da diventare canto lirico e solenne. Il figurare tagliente, espressionista degli inizi si fa via via più disteso e sensuale e il colore, sollecitato dall’urgenza di un’espressione più illusoria e spirituale, diventa luce abbacinante dopo l’incontro (alla metà degli anni ’60) con la cultura mediterranea e medio orientale (Marocco, Tunisia e Algeria). Quella luce abbacinante e le ombre, che ne oscurano talvolta il candore, rimangono l’impareggiabile segno della sua lirica e tormentata natura e dell’eterno simbolismo dualistico di vita e morte. L’ambiente culturale italiano dell’astrattismo e del formalismo gli sta stretto, dal 1952 "emigrare" diventa necessario: Francia, Bretagna, Germania, Spagna, Medio Oriente. Il suo viaggio nel mondo dell’arte inizia però molto prima, parte a ritroso dalle radici della culturale veneziana ed europea e prosegue nelle correnti artistiche contemporanee: postimpressionismo, fauvismo, simbolismo, la pittura di Sironi e Gino Rossi. Ovunque non sosta a lungo, ha l’impellente smania del viaggiatore, fino all’approdo in terra d’Africa, a contatto con quell’esotismo drammaticamente caldo e luminoso. Dal primo invito alla Biennale (altri ne sono seguiti nel ’56, ’58, ’62), che lo aveva visto giovane e promettente artista, Saverio Barbaro non ha smesso di lavorare ed esporre in Italia e all’estero. Oggi, ultraottantenne, lo troviamo a Villa Contarini a Piazzola Sul Brenta (Padova) con un’antologica a cura di Michele Beraldo comprendente una cinquantina di opere realizzate dal 1949 al 2011. Un tuffo nella tradizione e nell’antitradizione, nel colore, nella luce e nell’ombra per ritrovare il fascino del richiamo di terre che tanto attraevano, nel dopoguerra, artisti e intellettuali con promesse, forse ancora oggi mai sopite, di libertà e autenticità.

Saverio Barbaro. Esposizione antologica. Opere dal 1949 Al 2011

Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (Pd) fino al 30 settembre

A cura di Michele Beraldo

Catalogo Edizioni Antiga

Mostra promossa dalla Regione il contributo del Gruppo Euromobil

 

 

articolo di Maria Angela Tiozzi