In un libro la storia della “Strada regia di Alemagna”
[il Corriere delle Alpi]
di Ezio Franceschini
Anni di ricerche, di impegno e di studio per ricostruire e restituire ai posteri la storia di una delle tre vie di comunicazione più importanti che collegavano Venezia alla Germania passando per il Bellunese, dal passo Fadalto a Cortina d’Ampezzo. “Sulla Strada Regia di Alemagna” (Edizioni Terra Ferma) è il frutto del lungo lavoro di ricerca della giovane storica dell’Arte e conservatrice dei Beni architettonici Monia Franzolin. Il volume, presentato sabato alla Nogherazza a un pubblico di appassionati e ai numerosi sostenitori e sponsor privati e pubblici dell’iniziativa, oltre presentarsi in una veste grafica particolarmente elegante, colma una lacuna storica documentale (c’è un solo saggio risalente al 1876) e soprattutto si pone come uno strumento di conoscenza che coniuga piacevolmente al meglio ricerca scientifica e divulgazione. Anche le illustrazioni rivestono un carattere importante di questa pubblicazione, con foto e mappe significative tratte dagli archivi storici, e altre realizzate dalla stessa ricercatrice che sulla medesima via Regia di Alemagna aveva centrato anche la sua tesi di laurea. Si può dunque ben capire il fascino inevitabile che questa antica strada, già presente ai tempi dell’impero romano, e nata con una destinazione commerciale, suscita in chi è attento ai cambiamenti storici, culturali, sociali e di costume come l’autrice della ricerca in questione. «Lungo questa strada che univa il nord al sud dell’Europa ho incontrato mercanti, pellegrini, amministratori, soldati e castellieri. Un intero mondo, non privo di diverse connotazioni religiose, costituito dall’interazione tra la via Regia e il territorio su cui transitava che ne determinava le peculiarità locali», ha spiegato Franzolin, intervistata nel corso della presentazione del libro da Pierluigi Svaluto Moreolo, che ha introdotto l’autrice e l’opera citando Kavafis e Dante. Il libro sulla via Regia d’Alemagna sviluppa un’analisi complessa, che prende in considerazione, contestualizzandoli, anche elementi geografici e architettonici racchiusi nel periodo che va dal 1400 in poi, cioè gli anni in cui il territorio dell’Alto Veneto passò sotto la giurisdizione della Serenissima. Un percorso che a quei tempi faceva risparmiare circa 80 chilometri rispetto alle altre due alternative esistenti (cioè circa 3 giorni di cammino) e permetteva a Venezia di imporre dazi a piacimento lungo la strada, per buona parte giacente nel suo territorio. Il libro ha avuto un’ottima accoglienza anche da parte dei numerosi Comuni, le Comunità montane e le due Province coinvolte dal percorso della via Regia. Tutti enti che hanno offerto il loro patrocinio a questa iniziativa. Ora il volume, oltre a entrare a far parte del patrimonio bibliotecario, sarà oggetto di studio e di confronto anche nelle scuole. Alcuni istituti bellunesi, infatti, hanno già dimostrato il loro interesse a inserire questa ricerca tra i testi scolastici e a integrazione dell’offerta formativa. Studiare la storia locale attraverso le vie di comunicazione è un filone che ha sempre prodotto buoni risultati . E il libro sulla Strada Regia di Alemagna può essere una fonte dalla quale attingere spunti di grande interesse.