Accademia di Verona. La storia e le opere del ‘700 in un libro
[Corriere di Verona]
Tre saggi presentati dal Soprintendente
VERONA
Un anno per comporre e dare alle stampe un prezioso volume di studi, summa di un profondo e dettagliato lavoro di ricognizione sul territorio di durata trentennale. «I pittori dell’Accademia di Verona (1764-1813)» (Antiga Edizioni) è stato presentato ieri (da Paola Marini, direttrice dei Civici Musei di Verona, Angelo Mazza, storico dell’arte, e Alessandro Morandotti dell’Università di Torino) alla Gran Guardia, sede della mostra dedicata al «Settecento a Verona», alla quale il libro fa da complemento, e illustrato dai curatori: Luca Caburlotto, Soprintendente ai Beni Artistici di Verona, Vicenza e Rovigo, ruolo precedentemente svolto dal secondo curatore (e propositore) dell’opera, Fabrizio Magani, e ancora Sergio Marinelli, storico dell’arte e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, infine Chiara Rigoni, storica dell’arte e funzionaria della stessa Soprintendenza.
«Il volume raccoglie tre saggi – spiega Chiara Rigoni – quello di Marinelli ricompone il quadro di una serie di artisti minori di un secolo poco studiato, perlopiù sconosciuti, le cui opere sono per la maggior parte inedite, che completano il quadro della mostra alla Gran Guardia. Mostra che rende giustamente omaggio invece ai maggiori protagonisti del secolo». Sono gli artisti che, formati nell’ambito dalla nostra Accademia, fondata appunto nel 1764, hanno disseminato le loro opere nelle chiese grandi e piccole delle tre province venete, così come in palazzi pubblici e privati. E mentre il saggio di Magani si occupa della presenza di Tiepolo in città, quello di Stefano L’Occaso indaga le propaggini della nostra scuola in territorio mantovano. «Un lavoro di identificazione e di repertorio – spiega il Soprintendente Caburlotto – sistematico e profondo, che compone uno strumento di studio duraturo».
Camilla Bertoni