Le danzatrici di Canova, la bellezza sfida l’oscurità
[Il Gazzettino – Treviso]
Bellissime, leggiadre e sensuali, a passo di danza si mettono in mostra: sono le danzatrici di Antonio Canova. Verranno esposte nella Gipsoteca del Museo Canova di Possagno dal 3 marzo al 30 settembre, in una mostra dedicata alla "Danza nella scultura e pittura di Canova".
Regina dell’esposizione sarà così la "Danzatrice Danzatrice con i cembali" appena restaurata, affiancata, come in una grande festa da ballo a corte, da un nugolo di 50 meravigliose fanciulle danzanti. Grazie ad un impegnativo lavoro di restauro, infatti, l’opera, capolavoro della Gipsoteca, ha recentemente potuto "riavere" mani e i cembali che le erano stati "amputati" da una granata austroungarica durante la Prima Guerra Mondiale.
Canova fu cantore della bellezza classica femminile, e molti si innamorarono delle sue creature: l’Imperatrice Josephine de Behaurnais volle per sè la Danzatrice con le mani sui fianchi, la stessa che al Salone parigino del 1813 «fa impazzir tutti»"; la Danzatrice con dito al mento fu commissionata dal Conte Manzoni che non riuscì mai a godersela perché nel frattempo venne assassinato. Il "divin scultore" infatti, tra il 1908 e 1914, lavorò ad un gruppo di tre statue diverse tra loro, tutte però legate ad uno stesso tema.
Nessuno degli originali delle tre Danzatrice sarà a Possagno, che conserva i gessi. Il Bode Museo di Berlino ospita il marmo della "Danzatrice con i cembali" che non può essere spostata dalla sua sede perché fessurata. La "Danzatrice con la mano sui fianchi", voluta da Giuseppina Buonaparte, venne acquistata da Alessandro I di Russia e giunse a San Pietroburgo proprio nei più tragici momenti del 1818, trovando poi collocazione definitiva e inamovibile nel nuovo Ermitage; del marmo "con il dito sotto il mento" si è perduta ogni traccia, anche se talvolta copie vengono riproposte come l’originale, purtroppo senza seguito scientifico alcuno.
Il tema della danza in scultura non venne limitato da Canova alle tre Danzatrici al centro di questa mostra. Canova fu costretto a creare altre figure che danzano ma si trattava di dee o muse, quindi figure mitologiche, concettualmente ben diverse dalle ragazze reali impegnate in danze contemporanee, lontanissime dalle pur superbe rappresentazione di Ebe o di Tersicore. Queste erano omaggi alla classicità, le altre iniezioni di ottimismo e forza per i momenti bui.
Il catalogo della mostra è di Terra Ferma Edizioni.
Chiara Voltarel