Cucine d’artista

01.12.2011

[la Nuova di Venezia e Mestre]

Nelle sale da pranzo di Paolo Veronese è il quarto e ultimo capitolo di un affascinante connubio: quello fra i nostri maggiori pittori e artisti del Cinquecento (Palladio, Giorgione, Tiziano e, appunto Veronese) con i luoghi della gastronomia, perché in fin dei conti, afferma il curatore dei quattro volumi, Giuseppe Barbieri, docente a Ca’ Foscari, quei luoghi sono tuttora moderni, fruibilissimi. La scommessa di questi quattro ambiziosi volumi, e scommessa vinta, è stata quella di coinvolgere alcuni chef stellati e i Jeunes Restaurateurs d’Europe a creare piatti ispirati di volta in volta ai pittori e alle loro opere. Ne sono usciti quattro volumi (editi da Terra Ferma con l’aiuto di FriulAdria) non solo belli nella veste tipografica e grafica ma anche godibili sia come immagini, disegni, fotografie. Ovvio che ci sono anche le ricette, ma culturalmente ragionate perché anche i cuochi fanno cultura, come hanno sempre sostenuto un grande studioso della cultura materiale come Piero Camporesi o, in televisione, Mario Soldati e Luigi Veronelli. Ed è sorprendente che i grandi dipinti, in questo caso del Veronese, siano riusciti a ispirare piatti che trascorrono dal Cinquecento fino a noi, coniugando spesso terra e mare, occidente e oriente, trovando e provando. Dai quattro volumi poi è uscito un ultimo nato sul web: www.ristorantidellamodernita.it, sito del nuovo circuito "Ristoranti della Modernità", che coinvolge tutti i locali e tutti i cuochi che hanno collaborato negli anni alla stesura dei quattro volumi. Il volume contiene anche uno scritto del regista Peter Greenaway, un suo progetto di riscrittura multimediale dei capolavori dell’arte, in questo caso "Le Nozze di Cana" del Veronese, e un invito-saggio di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, sul "Piacere della convivialità".

di Francesco Lazzarini