Incontri e pubblicazioni per festeggiare il grande poeta che il 10 ottobre compie 90 anni
[L’Unione Sarda]
Zanzotto: «Mi interessano i neutrini»
Andrea Zanzotto compie novant’anni il 10 ottobre ed è sempre grande il suo interesse per quello che accade nel mondo. Tanto che con un filo di voce, parlando lentamente al telefono dalla sua casa di Pieve di Soligo, il paese in provincia di Treviso dove è nato nel 1921 e che non ha mai abbandonato, dice: «Più del mio compleanno mi interessa la scoperta dei neutrini che superano la velocità della luce. È una specie di miracolo che mi attira e vorrei approfondire, per quanto possibile». Poeta del paesaggio e delle angosce e ossessioni del nostro tempo, uno dei pochi grandi del secondo Novecento, del quale notò per primo i versi Giuseppe Ungaretti, Zanzotto, che è anche autore di prose e da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente («In questo progresso scorsoio non so se vengo ingoiato o ingoio»), sarà festeggiato con tante iniziative e pubblicazioni fra cui una che testimonia la sua passione per il grande schermo, "Il cinema brucia e illumina" (Marsilio), con una lettera inedita di Federico Fellini. Proprio il giorno del compleanno al poeta verrà reso omaggio, nella sala Rossini del Caffè Pedrocchi di Padova, la città dove si è laureato nel 1942 e di cui ha la cittadinanza onoraria. Si annuncia una lettera di auguri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Queltesto aprirà poi un’antologia dedicata ai novant’anni del poeta pubblicata dalle Edizioni Antiga. Zanzotto sarà presente con un collegamento in video-conferenza, perché ormai non esce più di casa, e l’omaggio avrà il suo clou nell’intervento di Carlo Ossola al quale si deve anche il titolo del libro, "Nessun consuntivo", da uno degli ultimi testi di Zanzotto. Nel volume anche una specie di album-nostalgia di fotograf ie con tutti i personaggi che ha incontrato nella sua lunga carriera, come Federico Fellini, Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti. «Ci sono troppe cose che si ammucchiano insieme per essere ricordate. Però, nonostante tutto, si cerca di passare le portein questo labirinto. Ho scritto talmente tante poesie che le ricordo un po’ alla volta, si presentano una per una», dice. Zanzotto è convinto che ci sia «ancora spazio per la poesia. È molto difficile trovare i percorsi ma ci sono veri poeti, per esempio Patrizia Valduga». Il poeta, che ha attraversato un secolo e che dal suo esordio nel 1951 con "Dietro il paesaggio" non ha mai smesso di scrivere – e lo fa ancora, a mano – costruendo una bibliografia sterminata, ha un messaggio positivo per i giovani di oggi. Nonostante abbia più voltespiegato di scrivere versi «per attraversare quest’epoca rotta e maledetta», dice ai ragazzi: «C’è sempre una possibilità positiva. Come la scoperta scientifica dei neutrini». I boschi, i cieli, il paesaggio della campagna veneta sono state la sua ispirazione poetica fin dall’infanzia, quando bambino andava con il padre pittore, antifascista, a contemplare il paesaggio che poi ritrovava a casa, nei suoi quadri. «Dal paesaggio – ha più volte detto Zanzotto – ricevevo una forza di bellezza e tranquillità. Ecco perché la distruzione del paesaggio è stata per me un lutto terribile».