Un «archivio della fede»
[La vita cattolica]
Aperta a palazzo Cossetti a Pordenone, la mostra delle icone dell’Etiopia cristiana. Esposti 40 esemplari dal ‘500 al ‘700
Si rinnova l’appuntamento con l’arte a palazzo Cossetti a Pordenone. Fino al 21ottobre Banca Popolare FriulAdria propone la mostra «E sopra vi era dipinto l’Antico di giorni», un’affascinante e inedita sequenza di quaranta «icone portatili» etiopiche, dal XVI al XVIII secolo, che portano il visitatore a immergersi nell’immaginario religioso di un popolo e a entrare in contatto con la profonda spiritualità del cristianesimo delle origini. Nella sua impostazione la mostra riprende la forte attenzione a un impiego di nuove tecnologie e di contenuti multimediali distribuiti all’interno di tutto il percorso espositivo e non solo in spazi marginali, che aveva caratterizzato, nella primavera del 2009, la fortunata rassegna veneziana «Nigra sum sed formosa. Sacro e bellezza dell’Etiopia cristiana», promossa da Banca FriulAdria-Crédit Agricole in partnership con l’Università Ca’ Foscari Venezia e la Regione Veneto, prima mostra in Italia sull’arte etiopica cristiana. «Con questa iniziativa di grande qualità, FriulAdria intende celebrare il proprio centenario riaffermando l’impegno per il territorio e per la cultura – ha dichiarato il presidente Angelo Sette–. Ancora una volta la nostra sede di palazzo Cossetti viene messa a disposizione della città per una mostra d’arte integrando l’offerta dei nuovi contenitori culturali pubblici. Due anni fa, a Venezia, abbiamo promosso la prima mostra in Italia sull’arte dell’Etiopia cristiana – continua Sette –: da quella importante rassegna scaturisce anche questa ulteriore ricerca che si inserisce nel percorso con l’Università Ca’ Foscari verso il comune obiettivo della fruizione multimediale del patrimonio artistico, ovvero una modalità capace di coinvolgere attivamente anche le giovani generazioni». Strumento di intercessione e di protezione per antonomasia , l’icona divenne un accessorio quotidiano importante a partire dal XVI secolo per il popolo etiope, da sempre considerato una enclave cristianacircondata da Paesi di religione islamica. Tavolette di piccole dimensioni, di legno duro, incise nella parte esterna e dipinte all’interno, che somigliano, da chiuse, a piccole scatole piatte, mentre aperte risultano un doppio dittico. Come ricorda il card. Angelo Scola nell’introduzione al catalogo, i temi formano un essenziale «archivio della fede»: il Cristo crocefisso e risorto, Maria, la lotta tra il Bene e il Male, la testimonianza dei santi, il ruolo di grande intercessore di San Giorgio.
Il catalogo della mostra (edizioni Terra Ferma) è bilingue (italiano/inglese) e contiene una preziosa introduzione del card. Scola e un ricordo del prof. Stanislaw Chojnacki (1915-2010), decano degli studi sull’arte dell’Etiopia cristiana, a firma dell’arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede a Ginevra. L’apertura della mostra fino a ottobre inoltrato è funzionale al coinvolgimento degli studenti delle scuole e degli ospiti internazionali delle «Giornate del Cinema muto».