Il salone del libro dei veneti
[La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova]
di Nicolò Menniti-Ippolito
C’è chi vuole uno stand da solo e chi in compagnia, chi ha scelto di essere protagonista e chi invece solo comparsa, ma ad andarci sono quasi tutti. Il Salone di Torino, che si apre oggi, è ormai un appuntamento inderogabile per l’editoria italiana. Quest’anno poi è diventato più grande, inglobando l’Oval, il grande ovale coperto costruito per ospitare durante le Olimpiadi le gare di velocità di pattinaggio. La nazione ospite sarà la Russia che dovrà però condividere il centro della scena con l’Italia, che festeggerà anche qui i suoi 150 anni, con una Mostra già controversa, perché incentrata sui 150 libri che hanno fatto l’Italia, uno per anno, con inclusioni a sorpresa ed esclusioni contestate. Moltissimi gli incontri con l’autore che saranno ospitati da oggi a lunedì, con protagonisti internazionali, ma anche quasi tutti i nomi rilevanti della scena letteraria italiana. La moda è quest’anno il confronto tra autori. Massimo Carlotto, per esempio, presenterà il suo nuovo libro, "Alla fine di un giorno noioso" assieme a Domenico Starnone, domenica pomeriggio alle 19.30. Silvia Giralucci, invece, sabato alle 14 potrà contare, alla presentazione del suo "L’inferno sono gli altri", su Mario Calabresi. Un altro padovano, il giornalista Ferruccio Pinotti, presenterà venerdì il suo romanzo "Non voglio il silenzio (scritto a quattro mani con Patrick Fogli) assieme ad Antonio Ingroia, il più noto tra i pubblici ministeri dell’antimafia palermitana.
Gli autori veneti arrivati al Salone per presentare i loro libro sono veramente molti. Per esempio Ferdinando Camon che sempre venerdì presenterà con Alessandra Casella il suo recentissimo "La mia stirpe"; oppure Gianantonio Stella, col suo ormai consolidato "Vandali". Del resto una cosa si è capita: per quanto a Torino ci siano centinaia di incontri in pochissimi giorni, esserci è importante e gli editori maggiori schierano le loro punte di diamante. È lo stesso motivo che spinge gli editori veneti ad essere presenti, anche se i costi sono elevati. Tra gli editori maggiori scende in forze a Torino la Marsilio, che ha chiamato Federico Rampini, il giornalista italiano maggior esperto di Cina, per presentare "Di seta e di sangue" di Qiu Xialong, uno dei suoi giallisti di punta. Per festeggiare invece i 50 anni della casa editrice offrirà al pubblico una lettura da Stieg Larsson da parte di uno dei maggiori attori italiani, Claudio Santamaria. Stand molto grande anche per le Edizioni Messaggero, che per loro vocazione hanno una dimensione internazionale che rende essenziali occasioni come queste. Tra gli editori meno grandi, la Alet ne approfitterà per presentare "Venga il tuo regno", di William T .Wollman, appena pubblicato. Editori di nicchia: «Ediciclo» di Portogruaro, specializzata in libri di viaggio e guide ai percorsi ciclistici che presenterà anche alcune delle sue ultime edizioni. Ci sono poi gli editori come la «Meridiano zero», che al Salone del libro vanno anche perché generalmente hanno buoni risultati di vendita. Ma molti editori veneti non andranno da soli. Per ammortizzare i costi hanno scelto di mettersi sotto l’ombrello della Regione Veneto, che ha acquisito un grande spazio proprio nell’Oval. Saranno una sessantina le case editrici venete ospitate, dalla Canova alla Cierre, dalla Cleup al Poligrafo, dalle Edizioni Scantabauchi alla Angelo Colla, Esedra, Terra Ferma e così via.