Il Codice di Omar Galliani omaggio al maestro antico
[Il Giornale di Vicenza]
CONTEMPORANEO. Mostra parallela dell’autore emiliano: imperdibile
Imperdibile, nella visita padovana, la mostra di arte moderna «Il codice degli angeli» di Omar Galliani, in armoniosa sintonia col complesso organico dell’esposizione dedicata a Guariento. Omar Galliani, emiliano, due volte espositore in sala personale alla Biennale di Venezia, presenta nel monumentale salone del Museo Diocesano (dirimpetto al Monte di Pietà), un surreale dialogo tra i vescovi dipinti sulle pareti e i suoi angeli realizzati con punta di grafite su abbrunate tavole di pioppo.
Angeli i suoi — ora maschi, ora femmine, spesso androgini — che sembrano personificare la gioventù odierna. Attorniati da allitterazioni, quasi criptiche litanie, regalano al visitatore una nota inquietante che trionfa, in un ambiente contiguo, nell’omaggio offerto da Galliani a Guariento, composto da un dittico double face di espressiva eleganza. Nel catalogo Antiga edizioni, dialogano con le opere le riflessioni sugli angeli nella Bibbia di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, e versi sul tema di Eugenio Montale e di Alda Merini. Scrisse quest’ultima sugli angeli: «Del tutto ignari della nostra esistenza / voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti, / e delle nostre squallide ferite / voi fate un balsamo per le labbra di Dio. / Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli, / né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio, / ma c’è una linea di infelicità come di un uragano / che separa noi dalla vostra siepe. / Voi entrate nell’uragano dell’universo / come coloro che si gettano nell’inferno / e trovano il tremolo sospiro / di chi sta per morire / e di chi sta per nascere.» G.G.