Chernobyl, 25 anni dopo
[Forche caudine]
ROMA – "Finché soffia il vento di Chernobyl" (Terra Ferma Edizioni) è il titolo del libro di Francesca Bellemo che racconta un viaggio di solidarietà dall’Italia alla Bielorussia con il convoglio umanitario di "Help for children". Si tratta di un reportage da un luogo dove il tempo, di fatto, si è fermato a 25 anni fa. A quel drammatico evento che ha acceso intensi interrogativi sulla scelta del nucleare. Un tema che si ripropone con forza oggi, sia dopo il disastro di Fukushima sia in concomitanza con l’anniversario del dramma di Chernobyl. Il volume rappresenta non solo un’occasione e un’opportunità per riflettere sulle conseguenze delle catastrofi nucleari, ma anche per aprire una finestra sui segnali di speranza che nascono lì dove sembra non essercene più. Emerge infatti un aspetto poco trattato dai media: fino a quando sarà necessario che il mondo sia solidale con i popoli vittima delle radiazioni? La tematica interessa direttamente le migliaia di famiglie italiane che ogni anno accolgono nel nostro Paese i bambini vittime delle radiazioni nucleari di Chernobyl, al fine di farli "rigenerare", smaltendo parte delle radiazioni accumulate. Un’esperienza che consente loro di fortificare il fisico indebolito ma anche di incontrare nuovi amici e sperimentare la generosità italiana. A distanza di 25 anni dal disastro, sono ben dieci milioni le persone che risiedono nella zona contaminata di Chernobyl, cibandosi di alimenti radioattivi e vivendo in condizioni economiche e sanitarie di grande disagio. È proprio nei villaggi di campagna e nei grigi condomini di cemento delle città bielorusse che Francesca Bellemo e Alessandro Scarpa sono entrati per documentare una storia di eccezionale di amicizia e solidarietà, ma anche per raccontare cosa successe realmente quel 26 aprile 1986 e quali sono le reali conseguenze dell’incidente sull’ambiente e sulla salute della popolazione. Il libro testimonia i frutti raccolti in tanti anni di attività dell’associazione, per conoscere meglio il contesto sociale in cui vivono i bambini che ogni anno vengono ospitati nelle case italiane e per interrogarsi sull’intervento futuro. La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo dell’assessorato alle Politiche giovanili e centro pace del Comune di Venezia e con la collaborazione del Gruppo sportivo culturale Musestre e la Banca di Monastier e del Sile BCC Credito Cooperativo. Il ricavato della vendita del libro andrà interamente devoluto ai progetti dell’associazione. La presentazione del volume avrà luogo martedi 26 aprile 2011, dalle ore 18, presso il Centro culturale Candiani a Mestre (Venezia). Interverranno: Francesca Bellemo e Alessandro Scarpa (autrice e fotografo), Renato Salomoni e Piero De Grandis (responsabili dell’associazione "Help for children"), Gianfranco Bettin (assessore all’Ambiente del Comune di Venezia). Modera l’incontro il giornalista Giorgio Malavasi. L’associazione "Help for children", con sede principale a Brescia e oltre venti gruppi territoriali, è un’onlus nata nel 1991 per organizzare e promuovere i viaggi terapeutici in Italia dei bambini bielorussi vittime della contaminazione radioattiva del disastro di Chernobyl. Il suo impegno si estende anche alla realizzazione di progetti di sviluppo nei villaggi e nelle scuole del paese attraverso un continuo monitoraggio della situazione e dell’avanzamento dei lavori. Ogni anno, da 15 anni, "Help for children" organizza convogli umanitari per il trasporto di materiali e beni di sussistenza destinati alle famiglie bielorusse più bisognose, grazie a una rete di solidarietà diffusa e solida. Sono migliaia le famiglie italiane che ogni anno aderiscono al progetto di ospitalità, ma l’associazione è sempre in cerca di nuovi aderenti. Francesca Bellemo, l’autrice, è nata a Mestre (Venezia) nel 1982. E’ laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali. Ha scritto reportage dai luoghi di povertà del sud e del nord del mondo per il settimanale della diocesi di Venezia "Gente Veneta", ottenendo premi e riconoscimenti in particolare per il reportage "Nel paese dal male invisibile", ambientato in Bielorussia. Per il Patriarcato di Venezia ha pubblicato un volume sulla realtà missionaria di Ol Moran in Kenya.
(Giampiero Castellotti)