La brioche è nata nel 1683 dopo la vittoria sull’Islam

19.01.2011

Il Giornale di Vicenza

C’è perfino un campionato mondiale della categoria:quest’anno, per la cronaca, il numero uno è stato un americano, Michael Phillips, proclamato per il 2010 re del caffè e del cappuccino. Ma c’è da credere che neppure lui,malgrado la maestrìa con cui li prepara, sappia quanta strada ci sia alle sue spalle,e quanti precursori abbia avuto in questa nobile arte. Potrà aiutarlo, in tal caso, un prezioso libro fresco di stampa il cui titolo coincide con l’ordinazione fatta almeno due mattine alla settimana al bar (statistica recente e citata nel testo) da oltre 10 milioni di italiani: "Cornetto e cappuccino", scritto con completezza di documentazione e leggerezza di penna (rara abbinata) da Gianni Moriani, ed edito da Terra Ferma.
Tutto, racconta Moriani, comincia nel 1582, quando un medico di Marostica laureatosi a Padova, Prospero Alpini, torna dall’Egitto dove ha trascorso quattro anni al seguito di un patrizio della Serenissima, Giorgio Emo, nominato console al Cairo. Appassionato anche di botanica, scrive un testo pubblicato a Venezia, "De plantis Aegypti Liber", in cui fa conoscere al mondo occidentale una pianta i cui semi vengono impiegati per realizzare un decotto chiamato "caova"; il caffè.
Il cornetto, o brioche, entra in scena nel 1683. Quando dopo due mesi di assedio a opera dell’esercito turco comandato da Mustafa Pasha, Vienna nel 1683 viene liberata dalla coalizione guidata dal re di Polonia Giovanni Sobieski,per celebrare la vittoria i fornai confezionano un dolce a base di uova, farina, burro, zucchero, lievito e acqua tiepida cui mettono il nome di kipferl,che in austriaco significa mezzaluna; insomma, mangiarlo diventa una sorta di esorcismo, come papparsi il turco. Il prodotto è così buono da fare rapidamente il giro d’Europa, assieme a caffè e cappuccino, partendo dalla Francia dove presumibilmente lo esporta Maria Antonietta d’Asburgo, quando nel 1770 va in sposa a Parigi a Luigi XVI; i fornai locali ci aggiungono una generosa dose di burro, e da buoni nazionalisti lo ribattezzano "croissant". Con una coda che arriva fino ai giorni nostri, e singolarmente proprio lì da dov’era partita: a due passi da Marostica, vicino ad Asolo, giusto venticinque anni fa i fratelli Fabio e Paolo Gallina, collegandosi alla tradizione del forno di famiglia aperto dal bisnonno, si mettono a produrre cornetti surgelati e pasticceria da colazione col marchio Forno d’Asolo.