Dino è vivo e in Slovenia
[Il Gazzettino di Belluno]
«Storia di Dino e altri orsi». Dino, l’orso bellunese, è vivo e sta bene. La notizia è dello scorso novembre e arriva dagli studiosi dell’università di Lubiana che lo hanno fotografato in Slovenia riconoscendolo dal colore del collare. Insomma: al contrario di quanto era stato scritto da un quotidiano di Vicenza lo scorso 22 agosto, Dino non è stato ucciso da un cacciatore vicentino. La notizia è stata data da Daniele Zovi, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Vicenza, che ieri sera al centro culturale ‘Piero Rossi’ ha presentato il suo volume «Storia di Dino e altri orsi» (Terra Ferma edizioni, euro 11,90). Un libriccino che si articola in tre parti: le caratteristiche dell’orso bruno, la presenza dell’orso nel nord-est, l’orso nei simboli e nella mitologia.
Una parte della fatica di Zovi è dedicata proprio al Bellunese, con le scorribande di Dino da est a ovest e ritorno:
«È normale che un orso, dopo essere arrivato in un luogo, dopo un certo periodo, torni indietro; tanto più che nel Bellunese e nel Veneto esso non ha trovato una compagna». Radio-collarato nel 2009, cioè applicatogli un collare che ne indica la posizione, è stato più facile seguirne i movimenti. Scorribande comprese che la scorsa estate hanno seminato il terrore in provincia di Vicenza dove ha sterminato ben 14 asini: «Ma è stata la cattiva risposta della gente che lo ha indotto ad una tale razzia». Ogni asino scoperto morto al mattino, veniva infatti immediatamente tolto dalla circolazione; ma l’orso ne aveva mangiato solo una minima parte; e così l’orso la notte successiva era costretto a cercare un’altra preda. Una volta, invece, una carcassa non è stata toccata e la notte successiva Dino è tornato a finire di cibarsene. Nel frattempo, tuttavia, la popolazione era divisa fra quelli che erano allarmati e quanti invece volevano difenderlo.
«È proprio per questo motivo che in Trentino non gli danno un nome – ha spiegato Zovi – ma una sigla, perché nel caso di un abbattimento, è più facile sostenere la pressione dell’opinione pubblica». L’autore ha concluso con qualche notizia su come comportarsi nel caso di un, improbabile, incontro con un orso: «Gli orsi si muovono di notte e non attaccano mai l’uomo, se non nel caso di vedersi costretti a difendere i piccoli; l’importante è fare rumore e andarsene senza scappare». Ma per avere maggiori strumenti, da gennaio inizierà anche la formazione per il pronto intervento di due persone della polizia provinciale per ciascuna provincia del Veneto.
In margine all’incontro, la notizia che Zovi sostituirà il bellunese Alberto Colleselli come coordinatore regionale del Corpo Forestale dello Stato.
Giovanni Santin